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Alto Calore, passa la linea De Stefano. Capone e Giuditta in trincea

Nonostante il trambusto e le proteste di alcuni sindaci che hanno provato a far saltare l'assemblea (guarda il video), all'Alto Calore passano a larga maggioranza sia le modifiche allo statuto della società, che la relazione del presidente De Stefano sulla situazione finanziaria.Le modifiche allo statuto recepiscono le indicazioni che arrivano dalla legge Madia. Per De Stefano tali modifiche consentono di mettere al sicuro la gestione pubblica del servizio e quindi di dare una centralità all'Alto Calore.

Per quanto riguarda i conti della società, sono quattro i punti critici elecanti dal presidente: costo del personale, costo dell'energia, difficoltà nella riscossione dei crediti e l'enorme massa debitoria pregressa. Queste le vie d'uscita dalla crisi proposte da De Stefano: ricapitalizzazione da parte dei comuni soci, investimenti mirati per ridurre i costi dell'energia, possibilità di rateizzare i debiti dei comuni verso la società, investimenti dei soci insieme alla Regione. 

Per Alto Calore, dipendenti, soci e utenti, si chiude un anno difficile. De Stefano ne è consapevole, tanto da non nascondere il desiderio di voler mollare l'incarico: ''La tentazione di scappare via è forte, ma ci tocca resistere per garantire un futuro ad un'azienda che ha fatto la storia dei comuni irpini e sanniti. Voglio sottolineare l'importanza di aver blindato la proprietà pubblica. Noi siamo gli affidatari provvisori ma riconosciuti del servizio nei 126 comuni. Chiunque volesse inserirsi o cercare altre strade, ha fatto una valutazione sbagliata''.

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