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Coronavirus, l'Usmia: ''Servono risposte efficaci e tempestive''

''E’ un momento di emergenza nazionale, in questi frangenti bisogna avere la capacità di marciare uniti per raggiungere l’obiettivo e sconfiggere il nemico invisibile. Lo stanno facendo con grande spirito di sacrifico, dedizione e senso di responsabilità tutti gli operatori in prima linea, le Forze Armate e con esse i Carabinieri quotidianamente impegnati nei servizi esterni e, nondimeno, negli uffici, ove continua a imperversare anche l’improduttiva, sterile burocrazia, incombenze varie, note e circolari, talvolta prolisse, poco chiare e poco lineari, che finiscono, in primis, per gravare l’operato di chi è invece chiamato ad agire, ancor più in queste situazioni, con pragmatismo, tempestività ed efficacia “sul campo”.

USMIA auspica con grande fiducia che gli Organismi competenti, superate le comprensibili isteresi iniziali, rispondano nella maniera più efficace possibile all’emergenza in atto. In prima battuta, era già stata evidenziata, con i comunicati della scorsa settimana, la sola carenza di mascherine, ovvero, quella che è apparsa come una inspiegabile ritrosia, riscontrata in diversi casi, a farle indossare (anche quelle che i militari riuscivano a reperire a proprie spese).E’ ora necessario porre l’accento anche sulla indisponibilità di buoni pasto, quale carenza che aumenta, in una fase già critica, le sensibili difficoltà gestionali rappresentate dalla necessità di mantenere aperti, in particolare, presso diverse sedi territoriali dell’Arma, i c.d. punti cottura, quali facilities logistiche che in diversi casi possono risultare più che altro di intralcio, sottraendo oltretutto donne e uomini alla già complicata gestione dei turni di servizio esterni.E’ necessario, altresì, rimarcare che per i Carabinieri, in alcuni casi, risulta essere inopportunamente previsto l’impiego della tenuta ordinaria con giacca, camicia, cravatta e scarpe, da indossare per sei, sette, otto, nove ore al giorno, a contatto con persone potenzialmente infette e con l’impossibilità, una volta rientrati a casa, di procedere ad una adeguata sanificazione degli indumenti di particolare foggia e consistenza, con conseguente rischio di infezione anche per i rispettivi familiari.

A fronte degli annunciati milioni di dispositivi di protezione individuale che sarebbero stati acquisiti, coloro che sono schierati in prima linea dispongono, ancora oggi, di limitatissimi Kit individuali. E’ evidente che i militari non si devono “arrangiare” da soli ma è naturale attendersi che ogni livello organizzativo acquisisca una piena consapevolezza delle esigenze e, dunque, dell’applicabilità e dell’efficacia delle direttive impartite, attraverso una assidua presenza e partecipazione sul campo, in modo da poter maturare quell’essenziale “apprezzamento di situazione”, indispensabile per poter fornire pronte, risolutive e dinamiche risposte che non possono certamente ricalcare, oggi, ritmi e procedure seguite nei più comodi “tempi di pace”. L’adeguato apprezzamento di situazione, l’assidua presenza sul terreno tra coloro che operano e rischiano quotidianamente, consente di acquisire piena consapevolezza delle esigenze e degli sforzi in atto, nonché di scongiurare l’adozione di arcaici, inadeguati metodi di controllo di tipo “preventivo”, per così dire “a distanza”, che a priori e senza esatta cognizione di causa mettono persino in dubbio l’operato di chi si prodiga con generosità ed abnegazione, dando l’impressione che tra le catene di comando vi sia scollamento ed una percezione della situazione completamente avulsa dalla realtà.

Sarebbe questo un comportamento disastroso che minerebbe la coesione della compagine militare, instillando il dubbio sulle capacità di chi opera ai diversi livelli, certamente anch’essi con una grande abnegazione che rischia, tuttavia, di essere totalmente vanificata da “modus operandi” inadeguati.

Auspichiamo fortemente che le suddette considerazioni non trovino rispondenza nella realtà, riteniamo tuttavia che sia opportuno valutare con urgenza: l’effettiva necessità di un immediato snellimento delle superflue pratiche burocratiche negli uffici e nelle Stazioni; l’immediato approvvigionamento di buoni pasto e la contestuale chiusura dei punti cottura laddove non gestibili; disposizioni per l’impiego delle tenute operative, in luogo di quella ordinaria per chi agisce sul “fronte”; la larga distribuzione di prodotti e strumenti di sanificazione degli indumenti di servizio, nonché di dispositivi di protezione individuale; la maggiore vicinanza alle donne e agli uomini sul campo da parte di ogni livello organizzativo, mettendo da parte superati, arcaici formalismi.Chiediamo alla politica di tutelare tempestivamente i Servitori dallo Stato, confidando che ai diversi decreti seguano ora coerenti, concrete, utili e tempestive risposte pratiche, richieste con grande urgenza dalla situazione in atto.

Segreteria Nazionale Usmia

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