La Irisbus di Valle Ufita fino al 2011 è stata il primo costruttore italiano di autobus ad alto contenuto tecnologico ed a basso impatto ambientale nonché fornitore delle aziende di trasporto pubbliche delle più grandi città italiane ed europee.
Nel momento della decisione di Fiat di abbandonare lo stabilimento questo stava uscendo da un lungo periodo di ristrutturazione, con sacrifici da parte dei dipendenti per il ricorso a lunghi periodi di ammortizzatori sociali. La fabbrica era stata adeguata ai più moderni standard con l’installazione di macchine, linee di montaggio, nuova organizzazione del lavoro e corsi di motivazione per gli addetti, tali da migliorare la qualità ed abbattere i costi.
La chiusura di fatto avvenne il 7 luglio 2011, con qualche complicità e molte omertà, ne seguirono prima incredulità poi indignazione e sconcerto nei dipendenti ed in tutti coloro che alla fabbrica erano legati, mentre il tutto veniva aggravato dalla crisi economica, endemica nelle nostre zone.
Dopo la chiusura del più grande insediamento industriale dell’alta Irpinia sono successe tante cose; manifestazioni, occupazioni, denunce ecc., alcuni principi però non sono mai venuti meno, quindi per questo irrinunciabili.
Il 17 giugno, nella riunione che si terrà al Mise per discutere il piano industriale presentato dalla IIA, la Rsu della Irisbus chiederà al governo:
- garanzie sulla missione produttiva e preservazione della vocazione artigiana e creativa dei dipendenti.
-Mantenimento degli organici attualmente in forza con pari dignità e con data certa di rientro.
-Applicazione del CCNL Metalmeccanici Industria (Federmeccanica).
-Assetto societario con maggiore presenza pubblica ed a tempo indeterminato.
-Per la salvaguardia di ulteriori posti di lavoro e professionalità, coinvolgere per prime, nella scelta dei fornitori, le aziende dell’indotto che già lavoravano con la Irisbus, sia per la fornitura di servizi che di materiali.
Si chiede alla IIA, di dettagliare come intenda realizzare la sinergia tra i due stabilimenti di Bologna e Flumeri nella prospettiva di fare le stesse attività.
Inoltre la RSU Irisbus ritiene siano necessari chiarimenti e garanzie sugli investimenti che la newco intende fare; presupposto determinante ed essenziale ad innescare una crescita occupazionale che dia speranza alle giovani generazioni della nostra martoriata terra.
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