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Gioco d’azzardo, la Campania è traino dell’Italia meridionale

Come si ferma un vizio che è ormai diventato una consuetudine? I diversi movimenti “no slot” che si sono sviluppati in Italia sono da anni di fronte a quest’interrogativo. Entrare nelle abitudini dei cittadini è operazione tanto complicata quanto pericolosa. Il rischio è provocare malcontento senza nemmeno risolvere la situazione, portandola anzi nel territorio dell’illegale. Perché il settore gambling fattura miliardi di euro (88,2 nel 2015, 91 nel 2016) ogni anno.

Un risultato impossibile da immaginare senza una fitta presenza di giocatori. In Italia sono più di 16 milioni, compresi in una fascia d’età tra i 16 e i 64 anni. Pur essendo l’età minima dell’azzardo fissata a 18 anni, segno evidente di quanto il gioco minorile stia diventando un problema per la società. La percentuale di giocatori affetti da ludopatia è ancora relativamente sotto controllo, ferma circa al 4%. Ma a rischio c’è una fetta del 16% che può far diventare la questione della patologia un “codice rosso”. La situazione risulta disomogenea nelle diverse zone della penisola, come illustra una infografica sul mercato del gambling pubblicata da “Giochi di Slots” . La maggior parte del mercato, il 40%, è concentrato soltanto in tre regioni: Lombardia, Lazio e Campania. Il merito principale è dei loro capoluoghi, le tre città con il maggior numero di slot machine. Per contro invece il mercato di Basilicata, Molise e Valle d’Aosta sommato non arriva a un miliardo di euro: circa il 7% della sola Lombardia.

La Campania dal canto suo arriva a 6 miliardi di euro di volume di gioco. Una cifra considerevole, soprattutto per la presenza di pochi centri dell’azzardo. Se la Lombardia, oltre a Milano, può contare su Brescia, Pavia e Bergamo, la regione ha solo Avellino oltre Napoli come punto caldo. Il capoluogo può contare su quasi 15.000 slot machine, con un rapporto di un centro scommesse ogni 1.800 abitanti. Il gioco rimane radicato nelle periferie, che permettono di mantenere la posizione all’interno della graduatoria. La Campania possiede il primato nazionale per la presenza di punti vendita all’interno del proprio territorio. L’ultimo conteggio parla di 2.611, un quinto del totale italiano. Il rapporto è di un centro ogni 2.123 abitanti, la metà della media nazionale. La regione sembra quindi il perno del gioco d’azzardo nel meridione italiano, dove si concentra il maggior numero di giocatori.

Il profilo dello scommettitore medio infatti è uomo di mezza età meridionale. Se la percentuale di studenti-giocatori è in aumento, parte della responsabilità può essere connessa all’espansione del gioco d’azzardo online. Il fenomeno è diffuso anche nel Sannio, dove anzi si registra un problema con il gioco minorile. L’assenza di casinò terrestri può aver esercitato una spinta verso internet e i mini-casinò. Negli ultimi anni la preferenza è passata dalle scommesse sportive agli apparecchi di ultima generazione. Più semplici, immediati e con una vincita potenziale superiore. Certo, serve un colpo di fortuna notevole ed è più facile perdere che riuscire nell’impresa. Eppure sembra fare presa sui cittadini, di ogni età ed estrazione sociale. In Campania come nel resto dell’Italia, il successo del gioco d’azzardo si basa proprio su questo: un pubblico in continua espansione. Sempre più appassionato, sempre più difficile da distogliere da una passione che può diventare ossessione.

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