C'è un'alternativa al biodigestore a Chianche. La proposta arriva dal comitato ''Nessuno tocchi l'Irpinia'', solo qualche giorno fa sceso in piazza per ribadire il proprio no alla realizzazione dell'impianto per il trattamento dell'umido nelle terre del Greco di Tufo.

Un sito idoneo, secondo gli attivisti, potrebbe essere l'area industriale di Lioni-Sant'Angelo dei Lombardi, di proprietà dell'Asi. Qui si trova una realtà produttiva dismessa, ma già infrastrutturata e messa bando dall'Asi. Si tratta dell'ex Amiderie. Il sito avrebbe diversi vantaggi. Intanto si eviterebbe di danneggiare l'area del Greco di Tufo, a vocazione enogastronomica e paesaggistica; inoltre avrebbe dei costi decisamente minori rispetto a quelli di Chianche. Il prezzo di acquisizione è infatti di 2 milioni e 750 mila euro, praticamente la stessa cifra con la quale a Chianche si  espropriano i terreni dove dovrebbe sorgere l'impianto, che ha un costo totale di 21 milioni di euro.

Il comitato Nessuno tocchi l'Irpinia precisa inoltre che l'area proposta è completamente urbanizzata e non necessiterebbe di grandi interventi,  è vicina agli assi viari di scorrimento e lontana da centri urbani  e vede già da tempo la presenza di un opificio del trattamento del recupero dei rifiuti.

L'alternativa immaginata dal comitato, arriva all'indomani dell'apertura dell'Ato Rifiuti al confronto. Dopo settimane di polemiche infuocate, il presidente Valentino Tropeano si era detto pronto a ridiscutere la decisione a patto che il fronte del no avanzasse delle proposte. Ora la proposta c'è. Il biodigestore serve all'Irpinia per evitare di portare altrove parte dell'umido, con un costo che si aggira intorno ai 10 milioni di euro l'anno e che ricade sulla bolletta che pagano i cittadini.