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Irisbus, torna la speranza. Il Governo: ''Riapertutra entro fine anno''. INTERVISTA Altieri

Un vertice lungo, a tratti teso, sfiancante, ma che alla fine ha prodotto una intesta che ha il sapore della svolta.  Il futuro della Irisbus passa per la costituzione del polo unico per la produzione di autobus che consentirà il rilancio dello stabilimento di Valle Ufita con il ritorno a lavoro delle 300 tute blu rimaste senza occupazione. La soluzione è stata formalizzata ieri al tavolo che si è tenuto presso il Ministero per lo Sviluppo Economico alla presenza di Fiat, del Governo, di Confindustria, dei sindacati e della rappresentanza parlamentare irpina. Fuori dal palazzo gli operai, un centinaio, che hanno raggiunto con due pullman. Il piano industriale sarà presentato in un nuovo incontro che si terrà il prossimo 30 aprile alla presenza dei soggetti pronti a scommettere nel settore: si tratta di una newco, la cui costituzione è in dirittura d’arrivo, composta da società italiane e che potrà contare anche su capitali esteri. La rottura si è sfiorata sul nodo mobilità. La Fiat ha insistito per avviare le procedure di licenziamento in assenza di strumenti alternativi. Vertice sospeso per circa un’ora e confronto faccia a faccia tra il sottosegretario De Vincenti e l’azienda. Solo quando il governo ha assicurato la cassa integrazione per altri sei mesi, in attesa che la nuova soluzione si concretizzi, Fiat ha ceduto e ha ritirato la decisione di procedere ai licenziamenti.
Il vertice è durato fino a tarda sera. Al termine c’è  la soddisfazione per aver scongiurato l’avvio della mobilità, ma anche la speranza  che Valle Ufita possa tornare a produrre all’interno del polo unico che vede la presenza anche della BredaMenarini di Bologna. Non manca qualche perplessità: tra tutte quella di non poter partecipare alla stesura del piano industriale. Mentre serpeggia anche la delusione per le notizie scarne giunte dal tavolo sulla composizione della cordata che rileverà l’impianto. Gli operaio si aspettavano qualcosa di più, a questo punto la data del 30 aprile sarà decisiva. Ma di certo il vento è cambiato e si fatto favorevole. Si allontana  lo spettro di un capannone dismesso e si fa concreta la possibilità che lo stabilimento di Valle Ufita possa tornare a produrre e a dare lavoro e serenità alle centinaia di tute blu che con una lotta pacifica e determinata, durata anni, ora  intravedono una schiarita all’orizzonte.
Fuori dal coro si posiziona Giuseppe Zaolino  della Fismic che critica il vertice sottolineando i nodi irrisolti: ritardi nella costituzione della nuova società; insufficienza dei fondi messi a disposizione; tempi lunghi per la riapertura. Zaolino conclude una minaccia: ‘’ Il 30 sarà l’ultima occasione per recuperare credibilità, altrimenti si rischiano problemi di ordine pubblico’’.

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