Bandiere a mezz’asta anche davanti alle case municipali della Provincia di Avellino e un minuto di raccoglimento per le vittime del covid. Oggi, ovunque, alle 11 in punto, il ricordo è andato a chi è stato sconfitto dal virus e alle famiglie che non hanno potuto rivolgere loro nemmeno l’ultimo saluto. Le immagini dei camion carichi di bare che attraversavano Bergamo sono rimaste scolpite nella memoria collettiva. E quell’aria di sconforto e di smarrimento l’hanno respirata tutti, dovunque. Il 18 marzo di un anno fa anche l’Irpinia era nel pieno della prima ondata pandemica e pian piano si cominciava a fare la conta di chi non ce l’aveva fatta. Quel giorno, secondo i dati del ministero della salute, i casi totali in provincia di Avellino, erano 56. Dopo poco più di una settimana, sono stati registrati 16 morti per covid. I positivi al coronavirus in Irpinia da marzo sono stati più di 13 mila e 800. 1664, questo è il dato che riguarda la città di Avellino tra casi attivi, guariti e morti nell’arco di un anno. Avella tra i comuni che ha registrato i numeri più alti, 533. 756, il numero totale per Ariano, città che durante la prima ondata ha contato quasi 40 vittime. A distanza di un anno e nel pieno della terza ondata, si registrano ancora perdite. L’ultimo decesso ieri sera. Al Frangipane non ce l’ha fatta un 61enne del Tricolle ricoverato in Area Covid. Dal 10 al 17 marzo, 6 le vittime all’ospedale di Ariano. 11, nello stesso arco temporale, nelle aree covid dell’azienda ospedaliera Moscati. Da marzo, 5 i medici irpini che hanno perso la vita a causa della pandemia. L’Azienda sanitaria locale di via degli Imbimbo, con le bandiere a mezz’asta ha voluto ricordare i medici, il personale sanitario e i semplici cittadini che hanno pagato con la vita il prezzo dell’emergenza sanitaria.