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La Cgil ricorda i curdi trovati morti a Mirabella 16 anni fa

AVELLINO. Il segretario generale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, in occasione della manifestazione «Per un’Europa senza muri», oggi a Milano, ricorda la ricorrenza della tragica vicenda dei 5 giovani profughi curdi-iracheni rinvenuti morti, a fine agosto 2002, in un Tir nell’area di servizio di Mirabella Eclano dell’autostrada Napoli-Bari
«Una drammatica vicenda – dice Fiordellisi - che colpì allora e che anche oggi smuove le coscienze democratiche e civili. La ricorrenza – osserva il segretario della Camera del lavoro – cade in contemporanea con la manifestazione «Per un’Europa senza muri» e anche con l’incontro tra i due leader nazionalisti Matteo Salvini e Viktor Orban: un motivo in più per sottolineare i valori dell’accoglienza e dell’uguaglianza sociale messi in serio pericolo dalle politiche di governi come quello italiano e ungherese».
«Quella tragedia – prosegue Fiordellisi - che si consumò in terra irpina è stata solo una delle tante drammatiche sequele di morti che si sono susseguite in tutti questi anni. Il dramma che ancora avvertiamo è che in questi anni di crisi si è accentuato un sentimento di odio verso persone più deboli e che per vario status giuridico potrebbero chiedere, legittimamente e legalmente, asilo in Italia o in altri paesi dell’Europa, come è accaduto per la nave Diciotti». 
«Questo clima, che si è avvelenato sempre di più, è stato sin da subito denunciato dalla Cgil in quel particolare momento anche con il supporto e il sostegno di altre associazioni politiche e non: dal Partito della Rifondazione Comunista - guidato dal segretario Giovanni Maraia - all’associazione Vita, oltre che da diversi rappresentanti dei Comuni di Ariano e di Avellino, dall’allora sindaco di Mirabella Eclano Edmondo Pugliese e dall’allora assessore regionale Luigi Anzalone».
«La Cgil irpina, che continua in quella battaglia intrapresa 16 anni fa, nel ricordare le vittime della tragedia di Mirabella Eclano è oggi vicina ai manifestanti che scendono in piazza a Milano per chiedere corridoi umanitari: per restare umani senza alzare muri. Convinti del fatto – conclude Fiordellisi – che per raggiungere un simile obiettivo bisogna recuperare la complessità dei ragionamenti, evitando la contrapposizione tra ultimi».

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