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La difficile vita dei poliziotti. L'allarme dell'Ugl Av

Dal segretario provinciale Ugl Polizia di Stato, Vincenzo Moccia, riceviamo e pubblichiamo

auto polizia (valentina)

''Quanto accaduto alla caserma dei carabinieri di Secondigliano, e successivamente ad una Stazione dei carabinieri in provincia di Firenze, è ora la volta del commissariato di Afragola in provincia di Napoli, lascia esterefatti è viene da chiedersi, ma cosa sta accadendo nel Napoletano? E non solo, ma nel resto d’Italia? Guerre tra clan, stragi davanti ai bambini e ripetuti assalti alle forze dell'ordine rendono l’idea di quanto è venuto meno il rispetto delle regole e delle istituzione negli uomini che la rappresentano. Una situazione a dir poco preoccupante “Non c’è bisogno di essere degli analisti dei Servizi segreti per decifrare il momento storico, e come tutto vada in una precisa direzione: l’incapacità del sistema di reggere alle proprie responsabilità, che si manifesta con atteggiamenti e provvedimenti che dribblano le maglie della legge, della risposta giudiziaria ai crimini e della difesa della sicurezza dei cittadini e di chi deve garantirla; il connesso appannamento dell’autorevolezza dello Stato ed in grande misura il conseguente aumento dell’arroganza criminale e di un atteggiamento di illegalità diffusa; addirittura la ricerca del compromesso nella difficile partita per la difesa della legge; l’assoluto abbandono degli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, spediti in strada a fare ciò che da anni viene denunciato dai sindacati di categoria sulle dotazioni di mezzi, di uomini con l’età non più idonea per determinati servizi operativi, e soprattutto privi di quelle garanzie e tutele per poter fare e garantire una maggiore sicurezza a se stessi e ai cittadini. Spesso si assiste a processi mediatici e politici, dove operatori delle forze di Polizia vengono sbattuti in prima pagina fossero i peggiori criminale del nostro paese, dimenticando i sacrifici e le angherie a cui ogni giorno siamo esposti. Tutto quello che si è detto contribuisce ad esporci a rischi sempre maggiori, e che continuano a crescere ogni giorno di più. Rischi che sono gravemente sottovalutati, ma che noi conosciamo molto bene, perché sappiamo a cosa andiamo incontro quando svolgiamo i nostri servizi, sappiamo con quale livello di aggressività, di pericolosità e di violenta sfrontatezza dobbiamo misurarci, sappiamo quale sia la maggior parte dei rischi che corriamo e molti, purtroppo, neppure li immaginiamo. Sappiamo anche che il sistema non si cura di tutto questo, nella misura in cui ci lascia soli a subirne le conseguenze, ed addirittura non ci garantisce tutela e difesa quando sarebbero sacrosanti. Sappiamo che nel bilanciamento degli interessi in ballo, i nostri non hanno praticamente alcun peso. Sappiamo che se non facciamo il nostro dovere paghiamo caramente, e se lo facciamo paghiamo ancor più caramente. Sappiamo che se un colpo parte accidentalmente dalla pistola di ordinanza in una situazione di pericolo in cui pure è previsto che essa sia armata, ci viene comminata una pena che non tocca neppure a spietati delinquenti. Sappiamo che se non mettiamo quel colpo in canna a morire possiamo essere tranquillamente noi… ma poi in premio ci sarà un bel funerale con tanto di solidarietà da parte delle Istituzioni. Sappiamo che se reagiamo contro presunti manifestanti armati di bombe e spranghe finiamo nei guai, ma se non lo facciamo saremo additati come quelli che incarnano la resa dello Stato. Sappiamo che abbiamo il dovere di agire anche in contesti degradati, nei quali arrestare un rapinatore o uno spacciatore viene considerato uno sgarro da punire da parte del branco. Noi lo sappiamo. Molti non ci pensano neppure. In questo contesto, i poliziotti italiani, continuano a lavorare in silenzio, in attesa di sapere, chi di loro sarà oggetto di una interrogazione parlamentare o sarà additato come “poliziotto violento”.Oggi, per i poliziotti l’amara alternativa, è questa''.

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