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No al Biodigestore a Chianche: comuni, Cia e Coldiretti al Tar

La Confederazione Italiana Agricoltori di Avellino e la Federazione Provinciale Coldiretti di Avellino il 30 ottobre 2019, difese dall’Avv. Vincenzo Barrasso, hanno proposto, a tutela dei produttori della filiera vitivinicola iscritti alla due Associazioni, un ricorso innanzi al TAR Campania – Salerno per contestare la decisione della Regione Campania di escludere dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale il progetto di realizzazione del biodigestore di Chianche.La decisione assunta dalla Regione, difatti, appare del tutto sbagliata, come pure il progetto presentato dal Comune di Chianche sembra assolutamente inopportuno e frutto di una valutazione superficiale dei molteplici interessi presenti nell’area in cui si intende allocare l’impianto di biodigestione dei rifiuti.

L’impianto in questione, infatti, è stato progettato in modo irresponsabile nel cuore dell’areale di produzione della DOCG Greco di Tufo, un’area che insiste sul territorio di soli otto Comuni e dove, da secoli, viene prodotto uno dei prodotti di eccellenza di tutto il panorama vitivinicolo nazionale italiano.Gli ingentissimi danni che la realizzazione di tale impianto può determinare a carico dei produttori della DOCG Greco di Tufo non sono stati minimamente valutati dalla Regione e, cosa ancor più stupefacente, neppure sono stati rappresentati dal Comune di Chianche negli atti progettuali presentati. Negli elaborati tecnici presentati alla Regione dal Comune si è fornita una rappresentazione del contesto di riferimento del tutto superficiale ed avulsa dalla realtà: stupisce, infatti, che non sia stata considerata, la presenza, nelle immediate vicinanze dell’area PIP di Chianche, di numerosi vigneti e abitazioni agricole e che, in generale, non si siano adeguatamente considerati i danni di immagine e reputazionali che possono venire ai produttori della filiera vitivinicola dall’insediamento del biodigestore. La scelta assunta dalla Regione, peraltro, appare chiaramente contraddittoria e contraria rispetto a quanto previsto dalla medesima Regione Campania nel Piano Territoriale Regionale, il quale prevede espressamente che debbano essere salvaguardati e valorizzati gli ambiti geografici caratterizzati da produzioni tipiche, al fine di assecondare i locali processi di sviluppo locale.I prodotti tipici che si producono in tali aree costituiscono, in termini di paesaggio, di opportunità per il turismo eno-gastronomico, persino di equilibrio demografico e carichi insediativi, sinonimo dell’immagine del territorio di produzione nel suo complesso.La stessa Regione ritiene che la produzione tipica e di qualità di un territorio può rappresentare una componente non marginale nell’attivazione di meccanismi di sviluppo dell’economia locale e in tale quadro logico essa prevede una strategia specifica di intervento integrato in favore delle filiere agricole ed agroalimentari tipiche della Campania.Nell’ambito di tale valorizzazione il P.T.R. individua gli S.T.S. interessati dalle filiere di pregio agro-alimentare e tra di esse spicca, per qualità, pregio e rilievo, il Marchio DOCG Greco di Tufo.

Non sembra, quindi, che la realizzazione di un biodigestore, con l’impatto ambientale che lo contraddistingue e con gli effetti negativi in termini di immagine per il territorio, contribuisca a realizzare quelle iniziative a carattere immateriale volte alla valorizzazione del DOCG Greco di Tufo ed alla sua promozione sui mercati nazionali e internazionali che sono espressamente contemplate dal P.T.R. come volano di sviluppo agricolo e culturale del territorio regionale.L’area in cui sorgerebbe l’impianto di biodigestione, inoltre, è qualificata dal PTCP della Provincia di Avellino come area agricola e forestale di interesse strategico proprio per la presenza dei vitigni da cui si produce la DOCG Greco di Tufo e non si comprende in che modo la presenza del biodigestore progettato dal Comune di Chianche, che sta agendo in nodo irresponsabilmente unilaterale e senza alcun confronto con gli attori dello sviluppo agricolo provinciale, possa essere compatibile con la destinazione data a quella parte della Valle del Sabato dalla Provincia di Avellino.Il Piano Regionale dei Rifiuti, inoltre, vieta espressamente di allocare impianti di gestione del ciclo dei rifiuti in aree di elevato pregio agricolo come l’areale del Greco di Tufo, una delle sole tre DOCG presenti in Campania!

Appare evidente, quindi, che sia la Regione che il Comune di Chianche, in modo del tutto immotivato ed irragionevole, hanno ignorato le specificità eco-ambientali del territorio, il pregiatissimo contesto agricolo di riferimento, le esigenze di sviluppo armonico del sistema vitivinicolo dell’areale del Greco di Tufo, la necessità di tutelare un brand ed un marchio conosciuti a livello internazionale come sinonimo di qualità, di eccellenza e di cultura enologica e del territorio.La decisione assunta dalla Regione Campania di non sottoporre a VIA il progetto presentato dal Comune di Chianche rifiuta di considerare e valutare attentamente tutti i profili menzionati e finge di ignorare le innumerevoli criticità che la realizzazione del biodigestore determinerebbe per i produttori della filiera vitivinicola e per i cittadini delle Comunità vicine a Chianche.

Ancora una volta la Regione Campania adotta una decisione amministrativa al di sopra delle teste di chi ha dedicato la propria vita alla preservazione ed alla valorizzazione del territorio irpino e che, invece di incentivare i processi di sviluppo virtuoso ed ambientalmente corretto, umilia ed infanga i Territori irpini, pregiudicando il lavoro ed i sacrifici di migliaia di produttori agricoli che non si non si sono arresi alla crisi dell’ultimo decennio e che, eroicamente, hanno deciso di resistere a presidio della propria Terra e della propria cultura.Coldiretti e CIA non intendono accettare gli effetti di una scelta amministrativa scellerata ed irresponsabile, lontana dal sentimento civico, dalle esigenze ed interessi dei cittadini e dei produttori e assicurano (e continueranno ad assicurare), come sempre, ai produttori della filiera vitivinicola la loro vicinanza e il loro contributo per portare avanti una battaglia di civiltà a tutela dell’economia agricola, dell’eccellenza e della cultura del Territorio irpino, che non merita di essere così ingiustamente violentato ed offeso.

--Il ricorso di comuni dei Petruro e Montefusco--

“La decisione assunta dalla Regione appare del tutto sbagliata, come pure il progetto presentato dal Comune di Chianche sembra assolutamente inopportuno e frutto di una valutazione superficiale dei molteplici interessi pubblici e privati presenti nell’area in cui si intende allocare l’impianto di biodigestione dei rifiuti. La progettazione del biodigestore è stata operata in modo del tutto unilaterale da parte del Comune di Chianche, che ha sempre, costantemente, pervicacemente ed immotivatamente rifiutato qualsiasi forma di confronto con i cittadini e gli Enti comunali vicini all’area in cui si intende insediare il biodigestore” si legge nel ricorso presentato dalle due amministrazioni comunali.
Le contestazioni sono innanzitutto di carattere tecnico: il sito prescelto dall’Amministrazione comunale è situato:

– a meno di 100 mt. dalla Strada Provinciale 88 (unica strada che conduce a Chianche a molti Comuni della zona);

– a pochi metri dalla linea ferroviaria Benevento – Avellino;

– a 4,4 Km da Chianche;

– a 3,6 Km dal centro abitato del Comune di Altavilla Irpina;

– a 4,9 Km dal centro abitato del Comune di Petruro Irpino;– a 5,8 Km dal centro abitato del Comune di Tufo;

– a 5,1 Km dal centro abitato del Comune di Ceppaloni;

– a poche decine di metri da abitazioni preesistenti;

– a poche decine di metri dal fiume Sabato;

– lungo un corridoio ecologico che collega tra loro il sito SIC del Bosco di Montefusco e il Parco regionale del Partenio;

– nel cuore dell’areale di produzione del DOCG Greco di Tufo”

I sindaci sostengono anche “sono, altresì, presenti nell’area decine di abitazioni sparse e innumerevoli appezzamenti di terreno vitati a Greco di Tufo. Nell’arco di circa cinque chilometri, dunque, insistono insediamenti abitativi, con scuole e servizi ai cittadini, ed imprese agricole di assoluto valore”.
Il punto cardine è la mancanza di dialogo dell’amministrazione comunale di Chianche guidata dal sindaco Carlo Grillo con la comunità e gli enti preposti. “Nessun confronto procedimentale il Comune di Chianche e la Regione Campania hanno irresponsabilmente ed immotivatamente attivato:– con i Comuni dell’area di riferimento (i quali, pure, hanno sempre contestato, anche giudizialmente, la decisione del Comune di Chianche);– con i cittadini della zona (che avrebbero il diritto di esprimere il loro parere su un intervento così rilevante per la vita della Comunità della Valle del Sabato);– con l’Ente Parco Regionale del Partenio (a tutela del territorio del Parco);– con l’Autorità di Ambito Calore Irpino (la quale ha il compito di salvaguardare il Fiume Sabato);– con l’ARPAC (che ha il compito di sviluppare attività di monitoraggio, prevenzione e controllo orientate a tutelare la qualità del territorio e favorire il superamento delle molteplici criticità ambientali segnalate anche in passato con riferimento al Fiume Sabato);– con Rete Ferroviaria Italiana (la quale gestisce la tratta ferroviaria che è situata a pochi metri dal sito ove è localizzata la linea ferroviaria che collega Benevento ad Avellino con sedici corse giornaliere);– con il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia (organizzazione interprofessionale che ha il compito di tutelare, valorizzare e curare gli interessi generali relativi anche alla DOCG Greco di Tufo, nel cui areale di produzione ricade interamente il territorio del Comune di Chianche;– con l’Ambito Territoriale Ottimale di Avellino – Ente d’Ambito per il servizio della gestione integrata dei rifiuti urbani (il quale avrebbe dovuto senz’altro essere coinvolto nello svolgimento del procedimento in questione nell’ambito delle competenze di pianificazione, programmazione, organizzazione e controllo sulle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti della Provincia di Avellino che gli competono per legge e statutariamente);– con – la Provincia di Benevento (considerato che Chianche confina territorialmente con Ceppaloni)”.
La realizzazione del biodigestore a Chianche e la scelta assunta dalla Regione Campania, quindi, umiliano e calpestano la concertazione territoriale e la leale collaborazione tra Enti, sacrificando i cardini del corretto esercizio dell’azione amministrativa in nome di interessi mai espressamente dichiarati ma che appaiono chiaramente in contrasto con l’impegno che le Amministrazioni comunali della Valle del Sabato stanno ponendo in essere da decenni per innescare processi di sviluppo virtuoso, eco-compatibile e rispettoso delle specificità ambientali, sociali e culturali della zona. L’impianto in questione – precisano i primi cittadini – è stato progettato in modo irresponsabile nel cuore dell’areale di produzione della DOCG Greco di Tufo, in un’area di grande pregio ambientale ed agricolo che va tutelata e preservata da qualsiasi speculazione possa porre a repentaglio l’eccellenza del contesto di riferimento. Gli ingentissimi danni che la realizzazione di tale impianto può determinare a carico dei cittadini e dei Comuni vicini a Chianche non sono stati minimamente valutati dalla Regione e, cosa ancor più stupefacente, neppure sono stati rappresentati dal Comune di Chianche negli atti progettuali presentati. Negli elaborati tecnici presentati alla Regione dal Comune si è fornita una rappresentazione del contesto di riferimento del tutto superficiale ed avulsa dalla realtà.
La scelta assunta dall’Ente regionale, peraltro, appare chiaramente contraddittoria e contraria rispetto a quanto previsto dalla medesima Regione Campania nel Piano Territoriale Regionale, nel Piano Regionale dei Rifiuti ed ignora completamente le prescrizioni e le destinazioni funzionali assegnate alla Valle del Sabato dal PTCP della Provincia di Avellino.
Appare evidente, quindi, che sia la Regione che il Comune di Chianche, in modo del tutto immotivato ed irragionevole, hanno ignorato le specificità ambientali del territorio, il pregiatissimo contesto agricolo di riferimento, le esigenze di sviluppo armonico del sistema produttivo dell’areale del Greco di Tufo, la necessità di tutelare e preservare un contesto ambientale ed eco-sistemico unico nel panorama territoriale provinciale e regionale.
La decisione assunta dalla Regione Campania di non sottoporre a VIA il progetto presentato dal Comune di Chianche rifiuta di considerare e valutare attentamente tutti i profili menzionati e finge di ignorare le innumerevoli criticità che la realizzazione del biodigestore determinerebbe per i per i cittadini e gli imprenditori delle Comunità vicine a Chianche.
I Comuni di Montefusco e Petruro Irpino, quindi, ritengono assolutamente necessario il coinvolgimento diretto di tutti gli Enti competenti ed interessati (primo fra tutti l’Ente d’Ambito dei rifiuti urbani presieduto dall’Arch. Valentino Tropeano), direttamente ed indirettamente, dalla realizzazione del biodigestore di Chianche e non intendono accettare supinamente gli effetti di una scelta amministrativa scellerata ed irresponsabile, lontana dal sentimento civico delle Comunità amministrate, dalle esigenze ed interessi dei cittadini e degli imprenditori di una Terra, quella della Valle del Sabato, che merita, invece, di essere preservata e valorizzata per l’eccellenza e la qualità dei suoi prodotti, per il pregio ambientale dei suoi territori, per il valore della sua cultura e delle sue tradizioni agricole”.

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