Gli ultimi bar rimasti aperti abbassano le saracinesche. I clienti tornano a casa. Velocemente, la città si vuota e nel giro di qualche minuto ripiomba indietro di mesi.
Sono le 23 quando ad Avellino, come nel resto della Campania, scatta il coprifuoco. L'ordinanza di De Luca, già superata e insufficiente, per ammissione dello stesso governatore, entra in vigore. Per le vie del centro solo le Forze dell'Ordine, chiamate a garantire il rispetto di questa sorta di lockdown notturno. Sarà così ogni sera dalle 23 alle 5 del mattino, fino al 13 novembre. Così, almeno, recita l'ordinanza, ma il provvedimento potrebbe rimanere in vigore solo pochi giorni per fare poi spazio a misure ancora più restrittive.
Avellino si rimette alle decisioni delle autorità. Nessuno protesta. Di 'movida' nemmeno l'ombra. Con disciplina, avventori e commercianti, seppure malvolentieri, tornano a casa. Resta la preoccupazione per la diffusione del contagio, come per le conseguenze sull'economia. Ma per il momento prevale buonsenso.
Non mancano però le polemiche, sollevate dalla più alta istituzione cittadina. Il sindaco, Gianluca Festa, ci va giù duro. Nel mirino c'è De Luca: ''Si è arreso al Covid. Ha perso il piglio della prima fase dell'emergenza, ha cambiato idea spesso, anche nel corso della stessa giornata, disorientando i cittadini''.
Per Festa il lockdown, totale o parziale, è inaccettabile: ''Se De Luca non è in grado di gestire l'emergenza, lo dica. Ci dica la verità, anche sui numeri, chiudere tutto significa ammettere la sconfitta''. Nelle parole del sindaco il timore per le ricadute sull'economia cittadina, sulle casse dei commercianti. Per l'amministrazione, De luca dovrebbe prendere atto delle differenze tra territori: ''Avellino e l'Irpinia non meritano lo stesso trattamento di altre realtà''.
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