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''Più impianti meno costi''. Rifiuti, Bonavitacola striglia i sindaci

La necessità di fare gli impianti, di completare il ciclo, di ridurre il rischio emergenze, di risparmiare. Confindustria chiama a raccolta sindaci e rappresentanti delle istituzioni per un confronto sulla strada da percorrere per rendere autonoma la provincia di Avellino nella gestione dei rifiuti. Relatore d'eccezione Chicco Testa, manager dalla lunga esperienza, tra i fondatori di Legambiente, oggi alla guida di Assoamboiente (qui l'intervista).

Al tavolo, insieme al presidente di Confindustria Pino Bruno, anche Valentino Tropeano, presidente dell'Ato Rifiuti, Domenico Biancardi, presidente della Provincia, Fulvio Bonavitacola, vicepresiente della Regione Campania  e Mariateresa Imparato, presidente di Legamebiente Campania. Confidustria ha illustrato un piano che se applicato porterebbe ad una riduzione dei costi annui pari a circa 15 milioni di euro. Per raggiungere tale obiettivo c'è bisogno di un biodigestore, capace di trattare tutto l'umido della provincia e di evitare il ricorso al trasferimento dei rifiuti al Nord. Proposto anche l'affidamento con gara ad evidenza pubblica del servizio di raccolta e gestione, il miglioramento dello Stir ed una discarica per la frazione residuale dai trattamenti del secco.

Per Bruno non ci sono dubbi, l'impianto per l'umido va fatto. Restano delle riserve su Chianche, meglio Savignano, ''anche se - dice- restiamo neutri''.

Scuote la platea Bonavotacola. Per il numero due della Regione Campania non c'è altro tempo da perdere. Basta con la sindrome da impiantofobia che finisce per danneggiare esclusivamente i cittadini.

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