Determinata cautela, sembra un ossimoro, una contraddizione, ma è questo il modo di lavorare del nuovo Vescoco di Avellino. Monsignor Aiello, insediatosi venerdì scorso, ha incontrato questa mattina per la prima volta la stampa. Nessun programma, nessun inventiva, tanto meno moniti o appelli. ''Sono qui innanzitutto, almeno in questa prima fase, per conoscere e ascoltare le esigenze della comunità''. Ad Aiello non sfugge certamente il ruolo civico e sociale della Chiesa.''Farà la sua parte, ma ognuno ha i suoi compiti, noi potremmo svolgere un ruolo di supplenza alle tante emergenze, senza travalicare i confini della missione di una istituzione religiose''. E le emergenze sono innanzitutto due: la prima, quella dei giovani costretti ad emigrare perchè senza lavoro.
Poi c'è lo spinoso capitolo dell'accoglienza ai migranti. Per Aiello la storia dei nostri nonni che ci dice che bisogna essere disponibili con chi arriva nelle nostre torre.
Aiello, infine, si dice anche disponibile a dare qualche segnale concreto sul fronte dell'accoglienza, magari ripetendo l'esperienza già messa in campo nella diocesi Teano-Calvi, dalla quale proviene, di una canonica aperta ai migranti.
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