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Stato - Mafia, chiesto processo anche per Nicola Mancino. L'ex ministro: "Dimostrerò la mia innocenza"

Mancino

C'è anche l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino nella lista dei dodici imputati per cui la Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato - mafia. Il provvedimento porta la firma del procuratore aggiunto Ingroia e dei sostituti Di Matteo, Del Bene e Sava. Secondo l’agenzia Ansa il procuratore Messineo, avrebbe vistato, ma non firmato, la richiesta che sarà trasmessa al gip nelle prossime ore. Gli imputati sono i mafiosi Bernardo Provenzano, Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà e Giovanni Brusca; gli uomini delle istituzioni iscritti nel registro degli indagati sono gli ex ufficiali dei carabinieri Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno. Nell’elenco degli imputati figurano anche Massimo Ciancimino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di calunnia nei confronti dell’ex prefetto Gianni De Gennaro, e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, al quale si contesta diversamente dagli altri il reato di falsa testimonianza. Gli imputati ad eccezione di Mancino sono accusati a vario titolo di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato. La Procura di Palermo chiede un processo anche per il senatore Marcello Dell'Utri e l’ex ministro Calogero Mannino. L’ex presidente del Senato Mancino si difende: Preferisco farmi giudicare da un giudice terzo. Dimostrerò la mia estraneità ai fatti addebitatimi ritenuti falsa testimonianza, e la mia fedeltà allo Stato".  E poi: «Dopo la comunicazione della conclusioni delle indagini sulla cosiddetta trattativa fra uomini dello Stato ed esponenti della mafia, ho chiesto inutilmente al Pubblico ministero di Palermo - sottolinea Mancino - di ascoltare i responsabili nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica, i soli in grado di dichiarare se erano mai stati a conoscenza o se mi avessero parlato di contatti fra gli ufficiali dei carabinieri e Vito Ciancimino e, tramite questi, con esponenti di Cosa Nostra. A questo punto - aggiunge - ho rinunciato al proposito di farmi di nuovo interrogare e di esibire documenti". Di qui la conclusione: "dimostrerò in giudizio la mia innocenza".

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