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Un'aula per Scibelli, vittima innocente di camorra / VIDEO

Era il 30 ottobre del 1991 quando Nunziante Scibelli, operaio di 26 anni, perse la vita in un agguato di camorra. Nunziante, originario di Taurano, non era un affiliato. I sicari sbagliarono bersaglio. Il commando era in attesa, tra i comuni di Quindici e Lauro, di un auto con due pregiudicati del clan Cava: per errore fece fuoco sulla vettura di Nunziante, che viaggiava insieme alla moglie Francesca, 24 anni, incinta al settimo mese. A confondere i sicari fu il colore dell'auto, nera, lo stesso della vettura che aspettavano al varco. Contro Nunzio e la sua giovane moglie furono sparati innumerevoli colpi di pistola. Scibelli morì, vittima innocente di camorra. La moglie, nonostante le gravi ferite, riuscì a salvarsi e a sopravvivere insieme a sua figlia.

27 anni dopo qella tragica notte, su iniziativa del sindaco di Avellino, il tribunale ha intitolato a Scibelli l'aula della Corte d'Assise del capoluogo. A scoprire la targa le due donne, madre e figlia, commosse ed emozionate. Presenti, oltre al primo cittadino Foti, il presidente del Tribunale Beatrice, il procuratore Cantelmo, il prefetto Tirone, i vertici delle forze dell'ordine, il Vescovo Aiello. L'omicidio di Scibelli allora suscitò un moto di protesta nell'opinione pubblica. Alla cerimonia presente anche una rappresentanza di Libera, l'associazione che si batte contro le mafie. L'invito è a non abbassare mai la guardia e a tenere viva la fiamma dell'indignazione di fronte ai soprusi e all'illegalità.

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