22 marzo 2010, per quella data i lavori dovevano essere ultimati. Per quella data ci sarebbe dovuto essere il taglio del nastro di un’opera che Avellino attende da più di un decennio. E invece il cantiere dell’Autostazione Air di Via Moccia è ancora lì, preda dell’usura del tempo e a rischio vandali. E pensare che l’imponente e avveneristica struttura appare quasi completata. Da lontano s’intravedono quattro scale mobili. Non solo, persino il parcheggio sotterraneo sembra pronto per essere utilizzato. Una storia lunga quella del terminal. Nel 2005 la struttura fu ceduta dal Comune all’Air. Per settimane si parlò di errori di progettazione, di bus che non sarebbero potuti nemmeno entrare perché troppo bassa la porta d’ingresso. Recentemente la Uil trasporti ha chiesto che sulla vicenda venga fatta chiarezza. Lo ha fatto attraverso una lettera indirizzata al presidente della Regione, all’amministratore dell’Air e al commissario della Provincia. I dubbi riguardano «gli otto anni decorsi dal 2005 ad oggi; i rapporti con le ditte appaltatrici; la perdita di ingenti fondi pubblici’’.  Ma mentre il medico studia, il malato muore. E’ così il traffico cittadino soffre sempre di più. Basta fare un salto in Piazza Kennedy, dove attualmente c’è il capolinea dei pullman, per rendersi conto della necessità che l’autostazione venga ultimata. Ogni giorno, in particolare nelle ore di punta, si formano lunghe code. E per i bus uscire dal centro città diventa un’impresa.
A risentirne è anche quello che doveva essere il polmone verde della città. Il parco pubblico nel cuore del capoluogo è diventato un porto di mare. Dove trovano spazio, negli angoli di una bar mai aperto, barboni e senzatetto.