In merito alla
discriminazione indiretta collettiva
“E’ opinione di questo
Ufficio che si possa ravvedere Discriminazione indiretta collettiva ai sensi
dell’art.25, comma 2° del Codice delle Pari Opportunità, desunta sia da dati di
carattere statistico che da requisiti non essenziali allo svolgimento della
prestazione lavorativa, richiesti dai bandi.”
Infatti - scrivono i sindacati - sulla base dei dati analizzati e pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le patenti emesse a seguito di esame per gli anni 2009– 2010– 2011 evidenziano che le donne sono in possesso della patente di cat. B in misura percentuale nettamente inferiore agli uomini, sicché tale requisito partecipativo comporterebbe, di fatto, un’illegittima preclusione alla loro partecipazione al concorso.
Gli stessi dati rilevano
un'ulteriore discriminazione dei confronti delle persone con disabilità,
infatti coloro che posseggono la patente sono 443.745 (le patenti speciali di
tutti i tipi). Ogni 1.000 patenti in vigore ve ne sono 12 di tipo speciale. Circa il 73,3% delle persone con disabilità
tra i 25 e i 64 anni di età guida l'automobile rispetto a circa il 82,6% delle
persone senza disabilità della stessa classe di età. Un divario quasi uguale si
riscontra nelle classi di età più giovani (ISTAT 2008).
In merito alla
discriminazione diretta denunziate alla Consigliera Provinciale della Provincia
di Avellino dott.ssa Lomazzo da alcune lavoratrici del Consorzio dipendenti
dello stesso Ambito con contratti co.co.co. da circa dieci anni,
CGIL,
CIS, UIL e UGL si stanno battendo affinché venga ripristinato lo stato di
diritto e per la difesa dei servizi sociali territoriali . Per tutti i
lavoratori che hanno avuto per più di dieci anni un contratto CO.CO.CO. Per i
suddetti lavoratori le scriventi OO.SS., nelle numerose riunioni tenutesi con i
vertici del Consorzio, hanno sempre espresso la necessità di salvaguardia delle
professionalità acquisite e del mantenimento del livello occupazionale del
personale, in funzione del lavoro svolto. Con
atti unilaterali, come fin ora specificato,
Le OO.SS. unitariamente hanno diffidato il Consorzio ed intimato il ritiro degli atti posti in essere poiché viziati da una procedura illegittima ed irrituale, sia perché adottata in spregio dell’indiscusso diritto dei sindacati a partecipare alle decisioni dell’Azienda, che si concretizza attraverso l’informazione e la concertazione di tutte le parti interessate, sia perché posta in essere in violazione dello Statuto vigente.
A tali legittime rimostranze l’Azienda Consortile non ha dato riscontro alcuno. In relazione a comportamenti CGIL, CISL, UIL e UGL unitariamente hanno ravvisato una condotta antisindacale e hanno dato mandato ai propri legali per porre in essere il ricorso ex art.28 legge 300/70. Inoltre tutti i lavoratori non percepiscono le proprie spettanze da mesi, pur avendo il Consorzio le giuste disponibilità finanziarie. Per tale motivo è stata inoltrata la richiesta di incontro al Sign. Prefetto della Provincia di Avellino per le gravi violazioni perpetuate nei confronti dei diritti dei lavoratori.
Auspichiamo che il CDA si ravveda sugli atti avallati e ritiri il bando affinché si possa nuovamente sedere intorno ad un tavolo e discutere del bene del territorio. Anche perché i vertici del Consorzio non potranno sottrarsi alla legge che prevede sanzioni a carico dei datori di lavoro che non osservino le disposizioni in materia antidiscriminatoria. In particolare: l’inottemperanza alla sentenza del Giudice che accerta la discriminazione (di carattere collettivo) è punita con l’ammenda fino a 50.000 euro e l’arresto fino a sei mesi e comporta, altresì, il pagamento di una somma di 51 euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento (art.37, comma5, D.Lgs n.198/2006 come modificato dal D.Lgs n.5/2010) l’inottemperanza al decreto, emesso dal giudice, di cessazione della condotta discriminatoria è punita con l’ammenda fino a 50.000 euro o arresto fino a sei mesi (art.38, comma 4, D.Lgs n.198/2006 come modificato dal D.Lgs n.5/2010)
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