Quanto durerà? E' la domanda che si fanno tutti. La nuova consiliatura, apertasi ufficialmente con la  prima seduta di ieri sera, si annuncia tra le più complicate della storia del capoluogo. Il motivo è presto detto. Chi ha vinto le elezioni, i Cinquestelle, in aula si trova in netta minoranza, potendo contare solo 5 consiglieri su 31. In assenza di intese con gli altri gruppi, per il sindaco Ciampi e la sua giunta sarà impossibile navigare in acque tranquille. Per il momento la barca ha mollato gli ormeggi. Nella prima seduta si è proceduto con il giuramento del sindaco, l'insediamento della giunta comunale e soprattutto con l'elezione del presidente d'aula.

Una sfida tutta interna alla centrosinistra. A spuntarla Ugo Maggio del gruppo Davvero che ha battuto Ettore Iacovacci, sostenuto da una componente del Pd, per 15 voti a 12. Maggio ha ricevuto anche i voti dei consiglieri di Mai Più di Luca Cirpiano, mentre i Cinquestelle, in un inedito asse con il Pd di De Caro, sono confluiti su Iacovacci. Archiviate le procedure d'insediamento, si è passati al dibattito. E qui si sono materializzati tutti gli ostacoli che Ciampi dovrà superare. Le posizioni sono molto diversificate. C'è la disponibilità a collaborare soprattutto da parte di chi ha sostenuto i cinquestelle al ballottaggio, vale a dire Preziosi, Morano e Cipriano, ma dopo la nomina di una giunta monocolore il filo della trattativa si è spezzato. Gli atteggiamenti assunti dai Cinquestelle, dall'Alto Calore fino alla prima seduta dell'aula, vengono da molti letti come segnali di un'intesa con pezzi del Pd.

I retroscena, costruiti su alchimie e accordi sottotraccia e sottaciuti, si sprecano. Sarà così fino all'ultimo giorno della giunta Ciampi. Visti i numeri, non potrebbe essere altrimenti.