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Ponte Ofantina, ennesimo incidente. E i lavori restano al palo

Progetto da integrare e verifiche sismiche necessarie sui piloni del ponte di Parolise. In nome della sicurezza, il Genio Civile bacchetta l’Anas e la ripresa dei lavori sul viadotto slittano a tempo indeterminato. Allo stesso modo aumenta l’esasperazione di residenti e commercianti pronti alla mobilitazione e stufi di assistere ad incidenti quotidiani sul percorso alternativo per bypassare il ponte fuori uso.

Perde il controllo del camioncino e finisce contro alla recinzione di un’azienda. È accaduto ieri pomeriggio ed è solo l’ultimo incidente che si registra sull’arteria alternativa fra Parolise e San Potito. Un percorso obbligato a causa della chiusura della viabilità sul viadotto dell’Ofantina in attesa dei lavori di messa in sicurezza, peccato però che sono sospesi e si teme a tempo indeterminato. Proprio in questi giorni il cantiere doveva riprendere vita, invece con una nota del 27 novembre il Genio Civile di Avellino evidenzia che la documentazione presentata dall’Anas è carente: prima di ogni cosa si corregge l’Anas che l’intervento da effettuare è un adeguamento del viadotto esistente e non una riparazione o un intervento locale; si dice anche che la relazione geotecnica non riporta la verifica della fondazione esistente, necessaria date le lesioni che ci sono sulle pile; e poi c’è da rinforzare – è proprio il caso di dirlo – la relazione di calcolo che riguarda tutte le sollecitazioni che la struttura del ponte può subire senza conseguenze. “A noi interessa la salvaguardia della vita delle persone e degli automobilisti, sia di passaggio sul ponte sia al di sotto di esso” – è la dirigente del Genio Civile Claudia Campobasso a sottolinearlo senza lasciare spazio ad equivoci. I tempi si allungano, certo. Il motivo è la sicurezza considerando che il ponte fu costruito negli anni 70 quando Parolise non era classificato come comune sismico, e nel marzo del 1981 ovviamente la situazione è cambiata. Di conseguenza, sul progetto presentato dall’ANAS, come già anticipato, si fanno diverse puntualizzazioni e si reclama una verifica sismica fondamentale visto il luogo dove sorge il ponte, una indagine sui materiali dei piloni esistenti, alcuni dei quali presentano un evidente distacco del calcestruzzo dal copriferro, con l’armatura ferrosa arrugginita ed ossidata.
Tutto ciò crea ulteriore nervosismo fra amministratori locali, residenti e commercianti che da giugno sono costretti a gincane alternative per far pochi chilometri e a contare gli incidenti cui si assiste quotidianamente. Non è da escludere che si riapra un fronte di protesta per evitare tempi biblici non concepibili per una zona della provincia già succube di una viabilità scadente.

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