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Sant'Angelo all'Esca, il Vescovo "richiama" Don Ciriaco e detta i tempi per campane e altoparlanti

decreto vescovo

Un decreto vescovile per la regolamentazione del suono della campane sta per mettere fine alla vicenda che ha visto contrapporsi Parroco e Sindaco di Sant’Angelo All’esca. La querelle tra i due, lanciata da Canale 58 e finita a “La Vita in diretta”, si conclude quindi con l’intervento del Vescovo Marino. Il decreto del 1 ottobre del 2009, inviato dal Vescovo e affisso in paese, indica che il suono delle campane è consentito "nei giorni feriali dalle 7 alle 21 (22 con l’ora legale), nei giorni festivi dalle 8 alle 21 (22 con l’ora legale)". Fanno eccezione la Veglia Pasquale e la Notte di Natale. Questi orari dovranno essere rispettati anche per gli eventuali rintocchi dell’orologio campanario, qualora – si legge ancora nel decreto – il suo utilizzo sia di competenza della parrocchia. La durata del suono per l’avviso delle liturgie non deve mai superare i 120 minuti secondi con eccezione delle solennità. Il suono delle campane insomma deve essere percepibile dalla popolazione ma non essere fonte di disturbo. Nell’ordinanza del sindaco Nicola Penta dell’aprile del 2010 non c’erano restrizioni sulla campane ma si vietava l’utilizzo degli altoparlanti. Il sacerdote ha moderato il volume dei microfoni ma dopo la querela del sindaco ha deciso di disattivare anche le campane (poi rimesse in funzione qualche giorno fa). Il decreto vescovile del 2009 regolamenta anche l’utilizzo degli altoparlanti. "La diffusione sonora di musiche o di voci esterna alla Chiesa è consentita attraverso sistemi elettronici di amplificazione in sostituzione delle campane ma va attuata per un tempo breve (120 secondi) ed esclusivamente per invitare alla celebrazione liturgica  come segnale di particolare solennità. L’intensità va regolata con attenzione alle case vicine. Di regola  - si legge sempre nel decreto – è proibito trasmettere indiscriminatamente le intere celebrazioni liturgiche”. 

Lo “scontro” tra le due istituzioni cittadine dovrebbe dunque concludersi così nel rispetto delle disposizione del Vescovo Francesco Marino.

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