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Cronaca

Assolta la moglie del "giaguaro". Era accusata di usura ed estorsione

Tribunale

"Assolti per non aver commesso il fatto": questa la frase che, nella mattinata,  ha chiuso il processo contro De Matteo Rita, moglie di Pagnozzi Gennaro alias “o giaguaro”, nonché Pisano Davide. La decisione  è stata assunta dal  Gup preso il Tribunale di Napoli - dott.ssa Isabella Iaselli - , all’esito del rito  abbreviato. De Matteo Rita, assistita dall’avvocato Dario Vannetiello,  e Pisano Davide, assistito dall’avv. Giovanni Adamo, hanno dovuto resistere alle gravi accuse di usura ed estorsione, entrambe aggravate dal metodo mafioso. Il processo nasceva dalle dichiarazioni di una coppia di coniugi, gestori di un bar, che accusavano gli imputati di aver esercitato nei loro confronti gravi minacce al fine di ottenere il pagamento del prestito usurario concessogli da appartenenti al clan Pagnozzi, accuse poi avvalorate da anche da un ulteriore testimonianza e da intercettazioni ambientali. De Matteo Rita, ritenuta dagli inquirenti la longa manus del più noto coniuge Gennaro Pagnozzi , fu tratta in arresto il 24.01.13; fino ad allora, nonostante sia stata da oltre mezzo secolo compagna di colui che è oramai il boss più anziano della Campania , non era stata mai coinvolta in nessuna  delle numerose inchieste che hanno interessato dalla fine degli anni 70 in avanti il clan Pagnozzi, gruppo, secondo gli inquirenti, operante a cavallo delle province di Avellino, Benevento e Caserta con diramazioni anche nella zona orientale di Napoli, zona di provenienza del Panozzi e della De Matteo 
Secondo l’accusa,  all’esito di un mancato pagamento della rata usuraria, avvenuto  allorquando al boss Pagnozzi era imposto l’obbligo di soggiorno a Napoli,   si sarebbe recata dalla vittima profferendo la seguente frase : “ quando il gatto non c’è i topi ballano” , frase ritenuta minacciosa. Ma lasciò la casa circondariale di Pozzuoli dopo 21 giorni allorché il Tribunale del riesame, condividendo le argomentazioni giuridiche offerte dall’avv. Dario Vannetiello, non ritenne sussistente nei suoi confronti un quadro indiziario solido,  rimettendo  in libertà l’anziana donna. La  Direzione distrettuale antimafia, all’odierna udienza, forte degli esiti investigativi rappresentati dalle plurime dichiarazioni delle due persone offese nonché  dai risultati dell’attività di intercettazione, ha chiesto al Gup di condannare De Matteo Rita a 5 anni e 10 mesi di reclusione e Pisano Davide, gravato da precedenti ed esattore per conto di Pagnozzi Gennaro ,  alla pena di 6 anni e 8 mesi .Ma il Giudice , dopo aver ascoltato le arringhe difensive, ha deciso per l' assoluzione degli imputati ritenendo che non sussistono a loro carico elementi certi . Ora non resta che attendere l’esito del procedimento a carico degli altri due imputati, Pagnozzi Gennaro e suo fratello Pagnozzi Paolo (classe ’45) che hanno, invece, optato per il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio innanzi al Tribunale di Avellino  per l’udienza del 02 ottobre 2013.

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