Estorsione, usura, corruzione e appalti pilotati nel mandamento-baianese. Il tutto con la connivenza di alcuni funzionari pubblici, che intascavano mazzette. Un sodalizio criminale contraddistinto dall'aggravante dal metodo mafioso. Non a caso l'operazione è stata portata avanti su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Nel mirino del gruppo criminale, tra gli altri, imprenditori del settore delle costruzioni, minacciati, picchiati, in alcuni casi sequestrati. In manette sono finiti in otto: 3 ai domiciliari, 5 in carcere. Uno di questi è ancora ricercato. L'indagine nasce dall'uccisione nel 2013 di Miele e Basile, due imprenditori della zona. Non si escludono infatti ulteriori sviluppi per fare luce sui due omicidi.
Gli arrestai sono 5 di Avella, 1 di Mugnano, 2 di Baiano. L'obiettivo era quello di affidare ad imprese amiche appalti pubblici. Il giro di affari era considerevole.
Il gruppo non esitava ad intimidire e minacciare anche con le armi chiunque ostacolasse i loro piani. Emblematico il sequestro di persona ai danni di tre imprenditori, rilasciati da un covo di Avella solo dopo che avevano deciso di piegarsi alle richieste dei criminali. In quell'occasione i Carabinieri riuscirono a scovare un gran numero di armi.
Nell'operazione sono stati impiegati circa 50 uomini della Benemerita. Nel corso delle indagini sono stati utilizzati droni, intercettazioni ambientali, appostamenti. Non è mancata la collaborazione di alcuni cittadini, così come quella di alcuni imprenditori vittime del sodalizio. Inquieta il coinvolgimento di pubblici funzionari, fondamentali per pilotare le gare. Secondo l'accusa ricevevano mazzette di 10, 20, 30 mila euro, nascoste in volantini che pubblicizzavano materiale per costruzioni.
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