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Cronaca

Focolaio Ariano, la magistratura indaga: ascoltati medici, familiari e pazienti

Tribunale

Altra frenata ieri per il numero dei contagiati sul Tricolle, non sono stati registrati nuovi casi. Un dato che, a due settimane dall’uscita di Ariano dalla zona rossa e a due mesi dall’inizio dell’emergenza, dovrebbe far ben sperare ma che potrebbe anche rivelarsi l’ennesimo abbaglio. I numeri, infatti, sono apparsi troppo altalenanti in queste ultime settimane e non riescono per questo a restituire una fotografia precisa di come stia evolvendo l’epidemia sul Tricolle. Il momento critico è sicuramente alla spalle considerando innanzitutto il calo degli ospedalizzati al Frangipane, 19 ( nessuno in terapia intensiva o sub intensiva), nosocomio che sta provando a tornare alla normalità. Nel pomeriggio di ieri è stata anche riparata la Tac che da oggi torna a funzionare a pieno regime. E parallelamente a questo ritorno a una mera normalità la procura di Benevento prosegue le sue indagini sui focolai che si sono avuti sul Tricolle, precisamente l’ospedale e il centro Minerva. Si indaga per epidemia colposa, e per omicidio colposo. «Una materia complessa che però stiamo ricostruendo con la collaborazione di tanti» - ha dichiarato a Il Mattino il procuratore Aldo Policastro da settimane impegnato, insieme ai pm che lavorano al caso, ad ascoltare i racconti di familiari, sanitari e anche pazienti che hanno vissuto la drammatica esperienza al Minerva e al Frangipane. Al momento comunque non ci sono iscritti nel registro degli indagati. L’ipotesi è che l’infezione direttamente o indirettamente sia partita dagli ambienti della riabilitazione dell’ospedale per arrivare nella struttura di Località Serra. Si prosegue quindi con lo studio di cartelle cliniche, ordini di servizio, carteggi tra Asl e direzioni sanitarie del Frangipane e del Minerva. «Sono vicende che pubblicamente sono state denunciate in queste settimane - dice Policastro - sulle quali stiamo lavorando con l’attenzione dovuta e anche tra molte difficoltà. Quando abbiamo potuto ascoltare le diverse vicende dalla viva voce dei testimoni scampati alla morte, allora per noi si è trattato di confrontarci con i drammi personali. Ma spesso proprio la malattia ancora in corso rappresenta un ostacolo all’accertamento della verità».

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