“Le persone non si archiviano... non sono carte bollate o scartoffie numerate da catalogare, depositare e... dimenticare... come si può dimenticare un figlio?”. Così Anna Iandolo, la mamma di Gianluigi Russo, scomparso da Mercogliano il pomeriggio del 18 ottobre 2013. Da allora sono trascorsi due anni e otto mesi. Il caso sta per essere archiviato. L’unica possibilità per la famiglia è presentare un ricorso tramite un proprio legale sulla base di nuovi elementi emersi o eventuali aspetti non presi in considerazione nelle corso delle indagini. “Non ho nuovi elementi – scrive ancora Anna Iandolo su facebook – devo solo sperare che abbiano tralasciato qualcosa”. Sofferenza e tribolazione per la famiglia che da quasi tre anni, precisamente 28 mesi, non ha più notizie del proprio figlio. Durante le ricerche coordinate dal comando provinciale dei carabinieri di Avellino la montagna di Montevergine è stata perlustrata in ogni dove, gli appelli della mamma alle telecamere di Chi l’ha visto? o I Fatti Vostri sono caduti nel vuoto. C’è solo silenzio. I familiari avanzarono le ipotesi su possibili collegamenti con sette sataniche o arruolamenti nella legione straniera. Eppure si pensa anche che Gianluigi possa essersi allontanato volontariamente con l’aiuto di una altra persona. Tesi che non hanno avuto riscontri e fra qualche giorno il fascicolo sarà archiviato.