Sono ormai dieci anni che la signora Giovanna Ambrosino combatte per vedere riconosciuti i propri diritti. E parliamo del diritto primario, quello ad avere una casa decente. Insieme ai suoi due figli, uno di 25 anni con diversi problemi, e una ragazzina di 13, Giovanna vive al quarto piano di una palazzina di proprietà dell’Istituto Autonome Case Popolari ad Altavilla Irpina. In una zona che per il degrado nella quale versa, ricorda le grandi periferie urbane delle metropoli, ed invece siamo in un paesino dell’Irpinia con poche migliaia di abitanti.
La sua casa è un buco di 35 metri quadri. Il figlio, Marco, è costretto a dormire in cucina, dove il divano di notte si trasforma in un letto. Una strettoia porta prima al bagno, poi ad una cameretta dove la signora dorme insieme alla figlia. E’ una casa dove non esistono spazi privati. La signora ci mise piede per la prima volta nel 2005, le dissero che la sistemazione sarebbe stata temporanea in attesa che fossero disponibili appartamenti idonei. Le case poi sono arrivate, ma per ben due volte le abitazioni che sulla carta erano di questa famiglia sono state occupate abusivamente.
Da allora Giovanna ha iniziato una lotta solitaria che non si è ancora conclusa. Una lotta contro lo Iacp, ma anche contro il comune che ha il compito di far rispettare le graduatorie e di assegnare le case. Carte alla mano ripercorre tutta la vicenda. Dalle sentenze che danno ragione alle sue recriminazioni, fino alle ordinanze di sgombero degli abusivi che non sono state mai eseguite.
Una lotta solitaria che combatte innanzitutto per i suoi figli. Il marito della signora non c’è più. Giovanna racconta che se n’è andato di casa quando Maria Lourdes aveva appena 9 mesi. Non percepiscono sussidi di alcun genere. E gli assegni di mantenimento, poca cosa, arrivano ad intermittenza. GUARDA IL VIDEO
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