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Cronaca

Sentenza sull'amianto a Zungoli, le precisazioni del sindaco Zevola

Manifestazione per il Tribunale

In relazione alla sentenza del Giudice del Lavoro di Ariano Irpino pronunciata in data 19.6.12, il sindaco di Zungoli, Armando Zevola,  ritiene doveroso precisare quanto segue:
“Il provvedimento in questione non consente, allo stato, nessun commento allar-mistico del tipo di quelli apparsi sulla stampa locale e che sembrano creare ingiu-stificato turbamento della pubblica opinione. Nel comune di Zungoli non sono presenti lavorazioni di amianto, nè esistono altre ragioni od occasioni di esposi-zione al rischio amianto. Il procedimento giudiziale si riferisce a risarcimento danno richiesto da un dipendente comunale, al quale è stata sempre offerta la mas-sima solidarietà per il male che lo ha colpito e intorno al quale il dovere della ri-servatezza impone  a tutti - compresi familiari  e non solo a noi stessi - di non dif-fondere notizie di qualunque segno di fatti tra l’altro non ancora noti, stante l’estrema sinteticità del dispositivo pubblicato e la riserva delle motivazioni.
Il Comune, che ha sempre posto grande attenzione per la salute dei cittadini e an-cora più dei propri dipendenti addetti agli uffici comunali, curandosi della pre-venzione di qualunque rischio, continuerà la sua opera nel pubblico interesse e non mancherà di promuovere una adeguata campagna di indagine ambientale, che non risulta sia stata svolta dal Magistrato, al quale va la massima stima, giammai smentita, nemmeno nell’ipotesi dell’eventuale proposizione dell’appello.
Per tranquillità di tutti il Comune  intende far sapere che già nel corso del giudi-zio si è rivolto a un Professionista molto qualificato, Direttore di Istituto Univer-sitario della Federico II di Napoli, dal quale ha ottenuto una relazione estrema-mente tranquillizante, che potrebbe essere diffusa solo con l’autorizzazione del diretto interessato, non accordata.
Inoltre  è utile precisare che il Comune di Zungoli, nelle varie fa-si del processo, ha più volte chiesto  ed insistito per la chiamata in causa dell’Inpdap, delll’Inail e della Protezione civile.  
Il Giudice, con sentenza del 31.03.2009, (ancora in carica  l’amministrazione precedente), ha estromesso la Protezione Civi-le per incompetenza e nè la controparte ha ritenuto utile far fronte comune nei confronti di quest’ultima ma ha preteso che fosse il Comune, in primis, a pagare.
Invita la stampa ad una più accurata considerazione del caso, nella certezza che il Comune resta sempre al fianco dei propri cittadini, assumendo ogni responsabilità che gli compete, ma senza debolezze e/o cedimenti a speculazioni o allarmismi i-nutili, da respingere sempre quando si tratta della salute della persona e senza tra-scurare alcun aspetto del problema, che sembra decisamente diverso, come ben di-verse sono le patologie dei singoli casi evocati da chi diffonde notizie allo stato prive di qualunque riscontro”.

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