Croci bianche piantate sull’asfalto. Uomini e donne in catene. Dolore e rabbia si mescolano in un unico grido: giustizia per le vittime della strage del luglio 2013, quando 40 persone persero la vita in seguito alla caduta del bus dal viadotto Acqualonga di Monteforte Irpino. 40 vittime, quasi tutte di Pozzuoli. Davanti al Palazzo di giustizia di Avellino, alcuni dei familiari si sono riuniti per chiedere tempi celeri, l’apertura del processo penale - ancora fermo alla conclusione delle indagini - e l’accelerazione di quello civile.

Per la strage sono indagati l’autista, morto nell’impatto, i vertici di Autostrade per l’Italia e due funzionari della motorizzazione civile di Napoli. Manca, però, la richiesta di rinvio a giudizio e dunque una data certa per l’apertura del processo.

Insieme ai familiari delle vittime del bus, davanti al Palazzo di giustizia, in segno di solidarietà, tante mamme che hanno perso i propri figli sulle strade della nostra regione e che attendono, ormai, da anni giustizia.