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Cronaca

Uccidere tutti e fuggire: in chat il folle piano di Elena e Giovanni

Un piano brutale quanto banale. Uccidere tutti e poi fuggire. Sterminare quella famiglia, padre, madre e sorella, che impediva ad Elena di vivere liberamente la sua relazione con Giovanni Limata. Aldo Gioia, 53 anni, padre della ragazza, ha pagato con la vita la sua contrarietà a quell'amore della figlia con un ragazzo ritenuto pericoloso, instabile, gravato da precedenti penali per spaccio di droga. Giovanni lo ha ucciso a coltellate, mentre era sul divano, davanti alla tv. Secondo gli inquirenti i fidanzati erano d'accordo. Ma l'idea di uccidere tutti sarebbe stata partorita dalla ragazza: ''Vai amo, non deve rimanere nessuno'', scriveva lei in chat. E ancora, tra i due: ''Amo no, mia sorella non può rimanere''; ''Anche lei, hai deciso'';''Ho deciso''.

L'odio covava da tempo. Riscontri arrivano dalle conversazioni trovate sul cellulare e poi dalle confessioni rilasciate in Questura.  Gli inquirenti si sono presto accorti che quella della rapina finita male era una messa in scena orchestrata per depistare. E i ragazzi sono così finiti in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Accusa confermata ieri dopo che sia Elena che Giovanni, davanti al Giudice per le indagini prelimianari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Toccherà ai legali mettere in campo una strategia difensiva che si annuncia tutt'altro che semplice. Per il momento si mette a punto il ricorso per chiedere la scarcerazione degli assistiti.

Intanto l'autopsia sul corpo di Aldo Gioia, condotta dal medico legale Carmen Sementa, ha stabilito che l'uomo è stato ucciso con 14 coltellate, alcune delle quali risultate letali. Colpi inferti da Giovanni con inaudita violenza mentre Aldo provava a difendersi.Secondo la Procura a fare entrare il ragazzo in casa è stata Elena; con la scusa di scendere a gettare la spazzatura, al ritorno ha lasciato la porta aperta al fidanzato, che con un coltello da caccia si è avventato contro Aldo. Per qualche motivo l'intento di sterminare anche madre e sorella è presto naufragato. Giovanni si è dato alla fuga, gli inquirenti lo hanno preso poche ore dopo nella sua abitazione di Cervinara, dove hanno rivenuto anche l'arma del delitto.

LA FAMIGLIA

Una famiglia sconvolta e distrutta ma che ha deciso di non abbandonare Elena, quella figlia appena maggiorenne che insieme al fidanzato aveva progettato di uccidere tutti per poter vivere liberamente il suo amore, fortemente contrastato dai genitori. Ieri, durante l'interrogatorio di garanzia, la mamma Liana era presente in Tribunale, all'esterno c'erano la sorella Emilia, e gli zii, due fratelli della vittima. Per tutti loro la ragazza è stata plagiata da Giovanni. ''Elena non ha ucciso nessuno'', ha risposto Emilia su Facebook a chi accusava la sorella.

Al Corriere della sera, zio Giancarlo ha detto: “Mia nipote è una una ragazza d’oro credetemi. Liana, la madre, l’ha perdonata immediatamente, è sua figlia''. ''Mi rendo conto che le mie parole possano sembrare assurde – ha proseguito lo zio - ma Elena è sempre stata la figlia che ogni genitore vorrebbe avere: posso soltanto pensare che è stata manipolata, che si sia lasciata plagiare''. 

Intanto, come sempre accade in questi casi, l'odio corre sul web: c'è chi invoca punizioni esemplari, chi la pena di morte. Processi e condanne però spettano ai tribunali, non alle piazze, reali o virtuali che siano. Il delitto ha certamente lasciato attonito il capoluogo. Della vicenda ha parlato anche il sindaco Festa nella consueta diretta del lunedì: ''Saremo vicini alla famiglia, ma cerchiamo di non dare un'immagine distorta della nostra città''.

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