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Cultura

''Attraverso la Sindone. Percorsi storici tra arte, scienza e fede'': mostra e convegni a Fontanarosa

L'Azione Cattolica Italiana, sezione di Fontanarosa, in collaborazione con la Parrocchia San Nicola Maggiore, presenta ''Attraverso la Sindone. Percorsi storici tra arte, scienza e fede''. In programma dal 16 a 26 febbraio, presso il Santuario Maria Santissima della Misericordia, una mostra sull'antica reliquia e una serie di convegni. La mostra è aperta al pubblico dalle ore 17,00 alle ore 20,00. Per le visite delle scuole che ne hanno fatto richiesta, è aperta il mercoledì e il giovedì dalle ore 10,00 alle ore 12,30. Questo invece il programma completo degli eventi che si terranno tutti a partire dalle ore 19: venerdì 16, apertura mostra; venerdì 23, Via Crucis Sindonica, presiede il Parroco don Pasquale Iannuzzo; sabato 24 conferenza della professoressa Emanuela Marinelli sul tema “Le ricerche scientifiche condotte sulla Sindone”; domenica 25 conferenza del dottor Piero Pescetelli su “La Sindone di Torino: rilievi anatomo-patologici ed ipotesi sulle cause della morte di Gesù Cristo”; lunedì 26 conferenza del Reverendo Don Domenico Repice su “La Sindone, storia e iconografia”. 

Profilo Relatori

Emanuela Marinelli si è laureata nell'Università “La Sapienza” di Roma in Scienze Naturali e Scienze Geologiche con 110 e lode. Ha conseguito il Diploma di Catechista Specializzato in Catechesi della Passione. Ha tenuto lezioni di Iconografia presso la Libera Università “Maria SS. Assunta” e presso l'Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma. Conferenziera in Italia e all'estero, ha scritto 18 libri sulla Sindone, tradotti in varie lingue. È stata fra i promotori del movimento "Collegamento pro Sindone” (www.sindone.info). 

Don Domenico Repice, ha ottenuto la Licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, dove sta ultimando un dottorato di ricerca sul rapporto fra la Sindone e la teologia dell’immagine. Fondatore dell’associazione IN NOVITATE RADIX, (www.innovitateradix.it) che si occupa dello studio e della riscoperta dell’iconografia cristiana del primo millennio. Ha tenuto conferenze, lezioni e corsi di approfondimento. Ha organizzato numerosi convegni e presentato relazioni in congressi internazionali. 

Pietro Pescetelli, medio-chirurgo, laureato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma. Specialista in Cardiologia ed in Medicina Interna, direttore emerito delle Unità Operative di Geriatria e Lungodegenza dell'Ospedale di Agnone (IS). Autore di pubblicazioni scientifiche e di relazioni in congressi medici nelle discipline di Cardiologia, Geriatria e Medicina Interna. Relatore in numerose conferenze sulla Sindone di Torino in ambito nazionale ed internazionale


La Sindone, indagine su un mistero

di Emanuela Marinelli

La Sindone (dal greco sindon, lenzuolo) è un lungo telo di lino (442 cm per 113 cm) che ha certamente avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi e trapassato da una lancia al costato. Un’antica tradizione la ritiene il lenzuolo funebre di Gesù Cristo.La preziosa reliquia è stata in possesso dei Savoia dal 1453 fino al 1983, quando Umberto II la donò al Papa. Dal 1578 la Sindone è conservata a Torino. Le prime notizie storiche certe dell’esistenza di questa reliquia risalgono a metà del XIV secolo, quando Geoffroy de Charny consegnò la Sindone ai canonici di Lirey, presso Troyes, in Francia. Sua moglie, Jeanne de Vergy, era una pronipote di Othon de la Roche, un cavaliere crociato che molto probabilmente la portò via da Costantinopoli durante il saccheggio della IV crociata (1204). La Sindone potrebbe essere giunta a Costantinopoli il 16 agosto del 944 proveniente da Edessa (oggi Urfa, nel sud-est della Turchia) con il nome di Mandylion, un panno su cui si riteneva miracolosamente impressa l’immagine di Gesù. Le copie del Mandylion, e in generale tutte le raffigurazioni di Cristo dal IV secolo in poi, sono ispirate alla Sindone. Un’antica tradizione attribuisce a San Giuda Taddeo Apostolo il trasporto da Gerusalemme a Edessa della stoffa con l’impronta di Cristo. Nel 1988 la Sindone fu datata con il metodo del Carbonio 14.

In base a questa analisi, risalirebbe a un periodo compreso tra il 1260 ed il 1390 d.C. Però le modalità dell'operazione di prelievo, la zona del campionamento e l'attendibilità del metodo per tessuti che hanno attraversato vicissitudini come quelle della Sindone sono ritenute insoddisfacenti da un numero rilevante di studiosi. Nel 2013 tre nuove analisi hanno datato la Sindone all’epoca di Cristo. Si tratta di due datazioni chimiche, basate sulla spettroscopia vibrazionale, e un metodo di datazione meccanico.Molte altre analisi scientifiche avvalorano l’autenticità della Sindone: la grande abbondanza di pollini di provenienza mediorientale e di aloe e mirra; la manifattura rudimentale della stoffa; la presenza di aragonite simile a quella trovata nelle grotte di Gerusalemme; una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo.Sulla Sindone è visibile l’impronta in negativo del corpo che vi fu avvolto, oltre alle macchie del suo sangue, che è risultato vero sangue umano di gruppo AB, decalcatosi dalle ferite del cadavere in un tempo valutato attorno alle 36-40 ore. L’impronta, dovuta a disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino, si può spiegare solo ammettendo che il corpo abbia emesso una radiazione luminosa. La Sindone ci porta dunque fin sulla soglia del mistero della Resurrezione.

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