Non c’è nessun acquirente per la Irisbus, ma si va verso il piano trasporti e la riconversione ecologica. Sono le prime notizie che arrivano dal Ministero per lo Sviluppo Economico nell’incontro conclusosi poco più di un’ora fa. Il sottosegretario Claudio De Vincenti fa sapere che l’imprenditore Cottone non è più della partita. La proposta, valutata dal punto di vista occupazione e della produzione, sembrerebbe che non fosse affatto coincidente con le necessità della vertenza ufitana. Pertanto il Mise e la Fiat hanno accolto la richiesta di un altro anno di cassa integrazione in deroga. Si tratta del terzo dopo la chiusura dello stabilimento nel dicembre del 2011. Eppure non tutto è perduto, anzi il Governo e lo stesso Lingotto si mostrano ben disposti. Il primo ha innanzitutto puntualizzato la conservazione della missione produttiva: costruire bus; il secondo, rappresentato da Aceti, Gaglianò e Returs, ha annunciato nessun veto sugli acquirenti, anche se dovessero farsi avanti dei competitors. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico ha così definito un tavolo esclusivamente tecnico per il prossimo 15 settembre. La novità è che saranno coinvolti imprenditori specializzati nell’alta tecnologia come Pininfarina, ma non solo, e tutti i presidenti di regione. Verso la fine di settembre, invece, si terrà un nuovo incontro per la sottoscrizione della cassa integrazione cui prenderà parte la Fiat e si riferirà dello stato della vertenza. Presenti stamattina l’assessore regionale al lavoro Severino Nappi, il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, e altri segretari di categoria. Esigua la presenza dei lavoratori, tra loro il gruppo di Resistenza Operaia autore di un documento di proposta messo agli atti.
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