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Economia

Irisbus, il dramma dell'indotto tra chiusure e cassa integrazione: ''Siamo abbandonati''/Video

Sei aziende hanno già chiuso, in altre vige la cassa integrazione. La  chiusura della Irisbus miete vittime anche tra le imprese dell’indotto. Sono state loro per prime, ormai quasi due anni fa, a dire che lo stabilimento di Flumeri stava andando a sbattere. E da due anni propongono, inascoltati, soluzioni per salvare stabilimento e industrie che vivono grazie all’impianto di Flumeri. Ma all’ennesimo convegno di questa mattina, l’unica istituzione presente era il sindaco del comune che ospita quello che ormai è solo un capannone,  Angelo Lanza. Nessuna traccia di politici o sindacati provinciali. Tantomeno di Confindustria.
Continuare a produrre autobus e possibile, con o senza Fiat, ma serve un imprenditore che ci metta i soldi e una pressione politica sul governo centrale che al momento è mancata.
All’incontro ci sono i delegati della Fiom e le tute blu di Resistenza Operaia. Le aziende dell’indotto hanno portato il caso persino al Parlamento Europeo, interessando la deputata del Pd Serracchiani, e in commissione attraverso il commmissario Tajani. A loro hanno chiesto di acquisire documenti per capire come sia possibile che la Francia soddisfi in autonomia il fabbisogno di autobus del Paese, mentre in Italia ciò non è possibile. Ma le carte non sono mai arrivate. Gli imprenditori si sentono abbandonati, ma non demordono.

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