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Economia

L’autunno delle pensioni italiane

Pensioni e speranza di vita. Dal prossimo autunno l’argomento sarà più che mai all’ordine del giorno delle cronache italiane per diversi motivi.

L’autunno caldo delle pensioni
Sul tavolo del Consiglio dei ministri probabilmente arriveranno provvedimenti volti ad adeguamento dei requisiti di pensionamento.
Così come l’esecutivo dovrà affrontare il nodo dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione.
In tutto questo il 24 ottobre la Corte costituzionale affronterà la questione costituzionalità delle regole sulla perequazione contenute nel decreto legge 65/2015, approvato dal governo Renzi dopo la bocciatura della precedente legge stabilita dalla sentenza 70/2015.
Con la pronuncia in questione la Consulta decise illegittima la norma che introduceva l’adeguamento solo per le pensioni di importo fino a 3 volte il trattamento minimo.
Attualmente l’esecutivo si è detto favorevole ad introdurre un sistema di perequazione tutto incentrato sugli “scaglioni di importo” e non sulle “fasce di importo”.

Pensioni anticipate e Ape volontaria
Il governo guidato da Paolo Gentiloni sarebbe inoltre pronto a presentare un decreto sull’Anticipo pensionistico (Ape) volontario per chi abbia 63 anni e 20 di contributi e sia disposto a pagare una rata sul prestito.
La norma sarebbe anche retroattiva e il decreto avrebbe anche recepito le osservazioni del Consiglio di Stato che chiedeva di prevedere «a domanda dell’interessato, l’efficacia retroattiva della norma, in modo da sterilizzare il ritardo nell’emanazione del regolamento e far beneficiare degli effetti della misura fin dalla data del primo maggio 2017, con conseguente maturazione del diritto alla corresponsione degli arretrati dei ratei dell’anticipazione pensionistica».

Sistema previdenziale e patto tra generazioni
Sull’argomento è intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Tommaso Nannicini che ha dichiarato come «la sostenibilità previdenziale non è solo questione di conti che non possono essere scassati, ma di equità tra generazioni».
Secondo Nannicini Le proposte per cancellare del tutto l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita non sono solo una mina per i conti pubblici, ma vanno contro il patto generazionale. «E’ una contraddizione - ha dichiarato il sottosegretario - parlare di pensioni per i giovani e poi chiedere più risorse solo per chi in pensiona ci va oggi».
L’aumento dell’aspettativa di vita, la riduzione dei tassi di fertilità e la scarsa crescita sono proprio le tre componenti che rischiano di far saltare il patto tra generazioni anche per il presidente del Centro studi per la competitività le regole e i mercati, Fabio Pammolli.
Secondo il presidente del Cerm, infatti, andrebbero pensati interventi forti per il lavoro degli under 25 come ad esempio una riduzione permanente, lungo tutta la vita lavorativa futura, di almeno 8 punti percentuali dei contributi al sistema pensionistico distribuiti tra datore e lavoratore.
Misure forti, secondo Pammolli, che richiedono coraggio ma di cui il Paese ha estremamente bisogno.

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