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Economia

Suoli IIA, Bruno a Fiordellisi: ''Mai messo in discussione l’opportunità di continuare a produrre autobus in Valle Ufita''

pino bruno 1

Caro Franco,

con riferimento alla tua intervista pubblicata da Orticalab riguardante la vicenda I.I.A, ritengo opportuno e doveroso esporre alcune considerazioni.Confindustria Avellino non ignora in alcun modo il rilevante impegno che i Sindacati irpini stanno profondendo nella delicata e complessa vicenda che interessa il riavvio dell’attività produttiva di Industria Italiana Autobus ed apprezza il lavoro svolto per scongiurare il negativo impatto sociale che subirebbero le famiglie dei lavoratori ed il territorio, nella nefasta ipotesi in cui non si riesca a concludere positivamente la trattativa per il rilancio del Polo nazionale degli autobus in Valle Ufita.Confindustria Avellino, con riferimento a tale dolorosa vicenda, non ha mai immaginato il proprio ruolo di interlocutore sociale ed imprenditoriale in termini oppositivi rispetto ai Sindacati e si è sempre dichiarata disponibile ad un confronto leale e costruttivo con tutti gli attori sociali ed industriali. Sotto tale profilo, peraltro, si auspica che il tavolo del confronto sindacale, politico ed industriale, ove ritenuto opportuno dagli interlocutori della vertenza, possa svolgersi in modo ancor più significativo ed intenso in Irpinia, presso lo stabilimento di I.I.A., estendendo la partecipazione ad altre Istituzioni del territorio, in modo da poter offrire, secondo un criterio di prossimità, maggiore vicinanza alle maestranze, giustamente scoraggiate e sfiduciate dopo anni di confronti non ancora risolutivi. Sotto tale aspetto sarebbe utile incentivare, confidando nella disponibilità dei protagonisti del confronto in essere, un dibattito tecnico sul piano industriale e sul business plan della proprietà aziendale, rivedendo tutti i piani redatti e non attuati, che sono apparsi, in passato, finalizzati quasi esclusivamente ad ottenere mere proroghe della cassa integrazione, considerata, ingiustamente, veicolo di assistenza piuttosto che efficace strumento di accompagnamento verso la ripresa dell’attività industriale. 

Confindustria Avellino non ha mai messo in discussione l’opportunità di continuare a produrre autobus in Valle Ufita, ma appare doveroso stimolare una discussione sul dimensionamento dell’attuale stabilimento industriale, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e dei processi produttivi attuati nel settore automotive, tendenti alla Lean o al WCM, integrati da tecnologie 4.0, senza, tuttavia, sacrificare alcun posto di lavoro.In definitiva nessuno, e men che mai Confindustria Avellino, ha intenzione di proporre riduzioni della superficie dell’area scoperta e coperta destinata effettivamente alla produzione degli autobus.Allo stesso tempo, però, appare opportuno stimolare, finalmente, dopo anni di inattività sotto tale profilo, una discussione franca e proficua sulla destinazione da dare alle aree che non sono state utilizzate, per oltre 45 anni, a servizio dell’attività produttiva dello stabilimento di Valle Ufita. Sembra evidente, difatti, e non pare contestabile, che tale area, estesa circa 800 mila metri quadrati, sia oltremodo eccedente le necessità dello stabilimento: non è un caso, peraltro, che, in passato, la vecchia proprietà si sia interrogata su modalità di utilizzo alternative di tali aree, vedendo la fiera opposizione dei territori e delle Istituzioni locali rispetto a tali usi.

Confindustria Avellino ritiene che la destinazione di tali aree debba rimanere immutata: esse vanno destinate all’attività produttiva industriale ed alla creazione di nuovi posti di lavoro per i tanti (troppi!) giovani disoccupati irpini. Non occorre, in questa sede, rammentare ciò che è noto a tutti e cioè che l’Irpinia è una delle aree più depresse, dal punto di vista occupazionale, del Meridione, il quale, dal canto proprio, già non brilla sotto il profilo della piena occupazione della forza produttiva (anzi!).È per tale ragione che, da anni, Confindustria Avellino ritiene che tali aree vadano restituite alle collettività territoriali, tramite il Consorzio ASI, al fine di porle a disposizione degli imprenditori che hanno intenzione di utilizzarle e metterle a frutto per la creazione di nuove realtà industriali.

È per tale ragione, dunque, che Confindustria Avellino ritiene che tali aree, allo stato inutilizzate da decenni, debbano essere cedute, libere da qualsiasi peso e gravame giuridico, al Consorzio ASI, coerentemente con quanto previsto dalla Legge della Regione Campania n. 19 del 6 dicembre 2013, anche allo scopo di evitare che su di esse possano consumarsi indebite forme di speculazione immobiliare e tenendo conto che l’intero complesso in questione è stato ceduto di fatto gratis ad I.I.A. S.p.A.Confindustria Avellino, quindi, crede fermamente che nella definizione del percorso funzionale a realizzare tale obiettivo, i Sindacati irpini possano apportare un qualificato e rilevante contributo sia per la definizione delle modalità attraverso le quali realizzare tale finalità sia mediante lo stimolo alla discussione sulla destinazione da dare a tali superfici produttive, una volta pervenute nella disponibilità del Consorzio ASI.È evidente, dunque, che il senso del mio intervento è stato equivocato: il ruolo dei Sindacati e degli Industriali irpini, in questa vicenda, non è (e non può essere!) oppositivo ma deve svolgersi in maniera collaborativa, nell’interesse di tutta la collettività irpina.

A distanza di cinque anni, come cittadino irpino e come Presidente di Confindustria Avellino, sento, quindi, il dovere istituzionale e la responsabilità morale di intervenire in merito, invocando la più ampia collaborazione e concertazione istituzionale, per incentivare un percorso amministrativo ed industriale con cui si possa pervenire, finalmente, all’assegnazione di tali aree sulla scorta di rigorosi criteri meritocratici alle aziende interessate ad insediarsi per creare valore, ricchezza e, soprattutto, nuova occupazione.Nel perseguimento di tali finalità non vi sono ragioni per dividersi ma solo nobili motivazioni per stare insieme e “fare squadra” a beneficio dei territori irpini: questa è la speranza (non utopica) coltivata da Confindustria Avellino e questa la “battaglia di civiltà” in cui si auspica di coinvolgere tutti gli attori sindacali, industriali e politici dello sviluppo locale, secondo un principio di leale e proficua collaborazione, nel rispetto del ruolo di ciascuno.

Cordiali saluti.

Giuseppe Bruno Presidente Confindustria Avellino)

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