Da "Resistenza Operaia Irisbus" riceviamo e pubblichiamo:
"Dato lo stallo registrato in questo anno e mezzo sulla questione della dismissione della fabbrica di autobus pubblici Irisbus di Valle Ufita intendiamo porre all’attenzione del sottosegretario De Vincentis e quindi del Ministro Zanonato e dell’intero Governo non solo la nostra posizione riguardo alla ormai nota vertenza e al disordine sociale da questa scatenato, ma anche le nostre eventuali proposte nel merito della risoluzione in positivo della vicenda.
Premettiamo due dati, uno
politico e l’altro tecnico.
- per quanto riguarda il dato politico vogliamo
ricordare a questo Ministero come nostro interlocutore con il Governo e con la Fiat che pochi mesi fa
il Presidente del Consiglio Enrico Letta, allora candidato come deputato
capolista del PD nella nostra circoscrizione Campania 2, dopo aver
visitato il sito Irisbus di Valle Ufita, prese un impegno con noi operai
della fabbrica di adoperarsi in prima persona per salvare questa nostra
eccellenza manifatturiera per il bene nostro e dell’intera nazione data
l’urgente esigenza di rinnovare il nostro parco autobus obsoleto e fuori
norma. Da allora non solo l’onorevole Enrico Letta è diventato Deputato,
ma addirittura Presidente del Consiglio eppure nessuna parola più ha
proferito nel merito della nostra vertenza né tanto meno del promesso
finanziamento del Piano Nazionale Trasporti. Da allora mai abbiamo avuto
l’onore di poter incontrare il Ministro Zanonato che pure vanta le sue
umili origini da famiglia di operai Fiat, come a dire:” il potere porta tutti
dall’altra parte”!
- per quanto riguarda il dato tecnico che ovviamente
incrocia quello politico, senza fare speculazioni di nessun genere e con
voce sommessa dobbiamo rilevare la nostra indignazione verso le parole
espresse dal Ministro Lupi sulla tragica vicenda dell’autobus caduto dal
viadotto della A16 domenica scorsa. Il Ministro infatti sembrava
meravigliarsi del fatto che l’autobus in questione risaliva all’anno 1995
come se non si sapesse che gli autobus pubblici che girano in Italia sono
spesso anche più datati e quindi enormemente pericolosi sia per la
mobilità pubblica che per quella privata. Per cui i responsabili di quella
enorme tragedia non possono e non devono sentirsi solo quelli che la
magistratura giustamente individuerà, ma responsabile e anche la politica
tutta, soprattutto quella che continua a pensare che un fatto di
un’azienda privata è diverso e non coinvolge responsabilità morali
pubbliche.
Fatta questa dovuta e triste premessa vogliamo ricordare quindi che un nuovo e consistente finanziamento di un piano trasporti che dia ossigeno alle regioni e ai comuni per poter rinnovare il parco autobus sarebbe un fatto di straordinaria importanza e urgenza non solo per poter salvare la nostra fabbrica ma anche per un vivere civile più sicuro che possa evitare il ripetersi di immani tragedie come quella appena ricordata di domenica 28 agosto 2013.
Detto questo però in coscienza e
cercando di capire anche il momento di crisi economica che il nostro Paese
vive, ci permettiamo umilmente ma con grande convinzione di abbozzare anche un
altro tipo di proposta-ponte che possa garantire la riapertura della fabbrica e
il rinnovo degli autobus obsoleti a costi ragionevoli aspettando migliori tempi
economici che possano garantire il rifinanziamento totale di un serio Piano
Nazionale Trasporti.
La nostra proposta ponte parla di
un revamping degli autobus circolanti.
La fabbrica in questione, come già ricordato, è chiusa dal 31 dicembre 2011. Noi da quella data siamo in cassa integrazione. La situazione di crisi ha coinvolto centinaia di famiglie di lavoratori. Dalla data di chiusura dello stabilimento è aperta la vertenza presso questo Ministero. Sono stati lunghi mesi di “tavoli” che, ad oggi, non hanno determinato alcuna possibile soluzione. L’impianto produttivo di Flumeri, le capacità delle maestranze - importanti asset del territorio irpino - sono a rischio di azzeramento. Non c’è stato ad oggi alcuno sforzo di entrare nel merito di questa vertenza, di verificare tutte le opportunità di riconversione dell’impianto pur mantenendone la vocazione produttiva per cui è nato. Le centinaia di vertenze che in questo momento il Ministero sta gestendo non hanno consentito di verificare e valorizzare le specificità di ciascuna vertenza e le opportunità di business possibili su cui lavorare. Noi operai, pur non avendo tutte le conoscenze e le sensibilità per valutare soluzioni imprenditoriali efficaci e non assistenziali, abbiamo verificato il mercato degli autobus, la struttura del parco circolante italiano, i competitor che agiscono sul mercato. Nell’ambito di questa verifica abbiamo rilevato la significativa quantità di veicoli circolanti E0, 1,2 e, in generale, la loro condizione di alta usura, di cui parlavamo in premessa. Su questa considerazione esistono opportunità di filiera significative. Abbiamo avuto modo di verificare che la società Pininfarina spa con il supporto di regione Piemonte e dell’azienda di trasporti del comune di Torino, ha messo a punto una soluzione per ripristinare vecchi autobus utilizzando, fra l’altro, motorizzazione ibrida basata su tecnologia Magneti Marelli. Tralasciamo tutte le considerazioni ovvie sulla necessità di tutelare l’ambiente nelle grandi aree urbane ecc ecc. Considerato però che già Voi del Ministero in passate riunioni avete accennato anche a qualche manifestazione di interesse di questo tipo, riteniamo che una valutazione approfondita sulla possibilità di utilizzare lo stabilimento di Flumeri per questo business di forte potenzialità debba essere fatta.
Richiediamo al sottosegretario De Vincenti e tramite questi
al Ministro Zanonato e al Presidente Letta, di assumere il compito di costruire
le migliori condizioni per effettuare questa valutazione.
In particolare chiediamo che:
1) si
inviti Pininfarina a presentare la sua
tecnologia ai vostri rappresentanti del
Ministero con una nostra delegazione.
2) “si
costituisca un gruppo di lavoro tecnico, con la partecipazione anche di
nostri rappresentanti, che in modo
gratuito possa configurare un piano di
business (non di dettaglio) che tenga conto, in termini generali, delle
caratteristiche dello stabilimento, della domanda di mercato potenziale, di un
possibile profilo economico-finanziario dell’iniziativa.
Il documento dovrà consentire una
valutazione generale a tutti quelli che
sono coinvolti nella vertenza
3) Si
attivi presso questo Ministero o comunque in luogo istituzionale alto una
iniziativa di promozione di questo
progetto presso imprenditori, associazioni di categoria altri enti anche
territoriali interessati al progetto d’impresa
4) si richieda che Fiat s’impegni a cedere lo
stabilimento ad imprenditori affidabili, interessati ad un progetto di
valorizzazione degli impianti ad un prezzo
simbolico. Esattamente quello che Fiat ha già fatto per lo stabilimento
di Termini Imerese e che inizialmente, aveva proposto anche per l’impianto di
Flumeri.
Riteniamo che questa nostra proposta contenga richieste
ragionevoli per una concreta iniziativa che consenta a questo Ministero di dare
un contributo, senza oneri, per la soluzione della vertenza Irisbus. Una
soluzione che non è “un punto di arrivo” dell’assetto definitivo ma “un punto di partenza” che consente, però,
di riaprire la fabbrica, mantenere l’impianto produttivo nella filiera
automotive e valorizzare tutte le conoscenze nell’ambito dello stabilimento e
più in generale nell’indotto presente sul territorio.
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