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Avellino, aria di crisi al Comune. Foti rimette il mandato nelle mani del partito. Pd nel caos

FOTI

Aria di crisi al Comune di Avellino. Ed è lo stesso sindaco Paolo Foti a prendere in considerazione l'ipotesi di lasciare Palazzo di Città. Il primo cittadino ha infatti rimesso il mandato nelle mani dei vertici nazionali del partito. La missiva, letta ieri di fronte ad una sparuta pattuglia di consiglieri, porta la data del 27 ottobre ed è indirizzata, oltre che ai livelli provinciali e regionali del Pd, al vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini: «Il comune non può essere utilizzato come una pedina. In queste condizioni sono pronto a lasciare. Non posso continuare ad amministrare la città in una condizione di enorme disagio dovuta a continue tensioni che ad ogni appuntamento elettorale si ripercuotono sul Comune». Così Paolo Foti, comprensibilmente stremato dalle continue frizioni interne a Via Tagliamento. Della lettera sono stati informati anche i deputati Paris e Famiglietti, la presidente del consiglio regionale D'Amelio e l'ex senatore De Luca. Nessuno, però, fino ad oggi ha ritenuto doveroso spendere una parola in favore del sindaco. Non solo, l'isolamento di Foti si è manifestato plasticamente nella riunione dei consiglieri convocata dal segretario De Blasio per affrontare il caso delle dimissioni di Ida Grella da capogruppo del Pd. Solo 8 dei 17 consiglieri hanno preso parte alla riunione, a casa sono rimasti tutti coloro che fanno riferimento a questa o quella corrente che, oltre a Foti, contesta la segreteria di De Blasio. In pratica tutte le anime che avevano chiesto l'assemblea provinciale, poi saltata, con l'obiettivo di dimettere il segretario.  Dunque le tensioni nel partito provinciale, come sempre, si ripercuotono sul comune di Avellino. A questo punto non è solo  De Blasio a rischiare ma anche il primo cittadino che, recepito in messaggio, ha infatti informato della vicenda i vertici del Nazareno. Il segnale lanciato dalle minoranze è chiaro: se De Blasio non molla il partito, la crisi al comune di Avellino è servita. Per il momento solo una prova di forza ma che in assenza di una exit strategy, potrebbe portare il capoluogo dritto al commissariamento e ad elezioni anticipate. A meno che l'area dell'ex senatore De Luca, che di Foti e De Blasio è il principale sponsor, non decida di cedere alle richieste di Famiglietti, D'Amelio e Festa, licenziando De Blasio ed eleggendo un nuovo segretario condiviso.

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