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Cngresso Pd, Fierro chiede l'annullamento: ''Tesseramento drogato''. LEGGI IL RICORSO

Pd

Alla Commissione Regionale per il Congresso PD NAPOLI
Alla Commissione Nazionale per il Congresso PD ROMA
Alla Commissione Regionale di Garanzia PD NAPOLI
Alla Commissione Nazionale di Garanzia PD ROMA
Oggetto: Ricorso per l’annullamento del tesseramento 2013 di Avellino e del Congresso per l’elezione del Segretario Provinciale e dell’Assemblea Provinciale
Il sottoscritto Lucio Fierro, iscritto al PD e candidato all’Assemblea Provinciale con la lista a sostegno del candidato Francesco Todisco chiede l’annullamento del tesseramento 2013 e del Congresso per l’elezione del Segretario Provinciale e dell’Assemblea Provinciale perché viziati da gravissime e scandalose irregolarità, peraltro in gran parte denunziate prima del voto con regolari ricorsi presentati alle diverse istanze del partito e che, malgrado gli obblighi regolamentari, non sono stati esaminati.
TESSERAMENTO
Non abbiamo a disposizione il dato finale degli iscritti. Esso può essere desunto in via induttiva dal dato dei voti espressi che è di 10.960 non sarà presumibilmente inferiore a 12.000 13.000 iscritti.
La prima osservazione è che questo dato raddoppia gli iscritti del 2011. Ed è il dato di un partito in difficoltà, se è vero come è vero, che nel 2012 non è stato in grado neppure di aprire il tesseramento.
Ma c’è un secondo modo per verificare se un dato degli iscritti sia o meno patologico; non se lo inventa chi scrive ma un autorevole organismo che è, tra gli altri, uno dei destinatari del seguente ricorso, la Commissione Nazionale per il Congresso, che, con una sua tardiva circolare in data 26 ottobre 2013, al punto tre “certificazione delle anagrafi” indica un limite per l’incremento di iscritti e lo rapporta ai voti ottenuti nelle politiche. Questo limite è fissato nel rapporto iscritti \voti uno dieci, per il quale considera certificabili le anagrafi di quei circoli che incrementano i vecchi iscritti sino al 25% in più dell’anno precedente. Considera meno fisiologico, ma tollerabile, il rapporto sino a 1 a 7,5, per il quale considera certificabili le anagrafi di quei circoli che incrementano i vecchi iscritti sino al 20% in più dell’anno precedente; e infine considera patologico un rapporto iscritto voti inferiore ad 1 a 7,5, per i quali consente un incremento del massimo del 10%.
In allegato c’è (all.1) il prospetto del rapporto iscritti/voti nei circoli di Avellino quale lo abbiamo potuto evidenziare dal prospetto del risultato congressuale. Noi vogliamo essere benigni, non rigorosi come la Commissione per il Congresso, vogliamo ritenere non patologico (cioè dipendente da fenomeni nella migliore delle interpretazioni legati a fatti clientelari, nella peggiore a fatti corruttivi) quando il rapporto sia non eguale o inferiore a 1 a 10, ma alla sua metà. Nella situazione di Avellino, per 43 Comuni su 100 nei quali il PD ha qualche forma di presenza organizzata, siamo ben al di sotto di tale soglia.
Il caso limite è Bonito, dove il numero degli iscritti al PD è superiore al numero dei voti riportate alle elezioni politiche: siamo tornati al laurismo, forse perché Bonito ha l’onore di aver dato i natali ad Alfredo Covelli.
Fuori dall’ironia amara, il caso più grave è quello del Comune capoluogo. Il rapporto iscritti \voti è 1 a 4,10. Solo che ad Avellino si è votato solo da qualche mese per le comunali. Il PD al primo turno ha preso 6.845 voti. Il rapporto, come si può vedere, scende al 3,06. Ma è un rapporto calcolato sui votanti. Siccome risulta che non hanno votato almeno un migliaio, ne discende che nella città capoluogo si sono iscritti al PD 3.000 \3.200 cittadini dei 6.845 che lo hanno votato alle comunali: è un record crediamo mai toccato in una città media o meglio ancora, in una città capoluogo!!!
Tutto ciò si sarebbe potuto evitare se le Commissioni in indirizzo si fossero attivate dopo la denunzia su come si stava effettuando il tesseramento in città presentata da Evangelista, Venezia e Procaccino e che chi scrive ha riassunto in una riproposizione del ricorso.
Questa parte la richiamo integralmente:

Per il De Sanctis, inoltre, c’è uno specifico ricorso, mai esaminato dalle Commissioni competenti, che aggiunge a quanto già evidenziato come gli elenchi siano stati intruppati anche di cittadini non residenti in città, e persino in altre province.
Se ne riporta lo stralcio:
“... con riferimento al circolo De Sanctis di Avellino, ... l’elenco degli iscritti oggi disponibile ci dice che risaltano iscritti cittadini residenti nei seguenti Comuni dove esiste un circolo del PD che sta facendo regolare tesseramento: Contrada, Altavilla, Montoro Inf. Mercogliano, Ospedaletto, Serino, Forino, Chiusano, Capriglia, Montefredane e, addirittura, Casalnuovo di Napoli. Questo circolo, senza sede, senza che abbia mai svolto una qualunque attività politica, sostiene di aver tesserato in soli tre giorni 477 iscritti. Le operazioni si sarebbero svolte in via Tagliamento. Noi eravamo presenti in quelle stanze e possiamo presentare decine di testimonianze che il tesseramento è stato fatto da due tre persone chiuse in una stanza a compilare moduli senza nessuna fila alla loro porta.” Ma c’è di più: il rappresentante del candidato Todisco ha messo a verbale la circostanza del voto dei “non residenti” ma per uno strano gioco delle tre carte, il verbale che ha esibito dalla Commissione è diverso da quello sottoscritto dal rappresentante di lista medesimo.
Oggi, dopo lo spettacolo indegno di domenica pomeriggio sotto la sede del PD di via Tagliamento (altro che “cinesi” alle primarie di Napoli!!!), il segretario che da questo congresso farlocco sarebbe stato eletto, ha elevato una indignata lamentazione per l’aggressione che al PD è venuta da poteri occulti e che rischiano di snaturarlo.
Ha ragione: sotto i balconi dell’antica sede della DC si sono accampati la “crema” della società irpina, dai disperati senza lavoro (purtroppo), a chi ha bisogno anche di qualche euro per le sigarette, ai delinquentucci di mezza tacca attirati dalla possibilità di lucrare qualche euro per salire le scale, dare il nominativo e votare.
Per vedere chi ne abbia beneficiato basta guardare i risultati del seggio di via Tagliamento. Certo esso non è stato avaro per De Blasio: ma egli non ne aveva bisogno perché in suo favore le operazioni erano state fatte con i tesseramenti truccati del circolo di Bellizzi, del circolo De Sanctis, del circolo “Laboratorio democratico”; anzi, occorre dire, che se in questi circoli ci si fosse comportato come nel “Foa” ed anche nel “Libertà è partecipazione” (che pure ha incoronato De Blasio di un larghissimo consenso) non si sarebbe aperta la stura perché anche la feccia della feccia potesse condizionare una assise di un grande partito democratico.
La controprova? La questione riguarda tutto il gruppo dirigente uscente di Via Tagliamento.
Prendiamo in esame i casi più significativi di un fasullo rapporto iscritti/voti.
Cervinara, paese della segretaria uscente: il PD ha 1633 voti; al congresso hanno votato 635 persone, insomma meno di 1 a 3.
Lioni, paese della Consigliera Regionale D’Amelio: 294 su 907
Montefalcione, paese dell’ex Ministro Mancino, 123 iscritti su appena 317 voti
Montefusco, paese del candidato De Blasio: 45 votanti al congresso su appena 80 voti al PD.
Mugnano del Cardinale, paese del Presidente della Commissione di Garanzia: 223 su 757
Venticano, paese del sedicente tesoriere, su 315 voti gli iscritti sono 111
A questi aggiungiamo, per ragioni che sarebbe difficile spiegare sinteticamente
Lauro, 186 iscritti e votanti su 501.
Sant’Angelo dei Lom: 212 iscritti e votanti su 640
Teora: 159 iscritti e votanti su 448.
Se qualcuno dei lettori del presente ricorso avesse l’amabilità di voler approfondire, scoprirebbe che certamente il fenomeno della crescita abnorme degli iscritti ha riguardato, per un naturale processo di traino, un poco tutti i circoli. Indubitabilmente, però, chi di gran lunga ha beneficiato della “moltiplicazione dei pani e dei pesci” è De Blasio, pur se, per onestà non si può sottacere come Di Pietro gli sia solo leggermente da meno.
Ma De Blasio era il candidato della maggioranza che regge il partito, che ha gestito il tesseramento e l’organizzazione del congresso, che aveva gli strumenti per garantire un tesseramento corretto almeno in limiti di decenza e che, se risulta essere primo con oltre il 50% dei voti lo deve esclusivamente alla crescita abnorme di iscritti in circoli ove la sua percentuale è dall’85 a 100% dei voti.
Abbiamo provato una simulazione. Se in questi circoli che segnaliamo come il massimo della degenerazione avessero votato solo gli iscritti del 2011 perché il già alto rapporto iscritti e voti non consentiva incrementi, pur riconoscendo ai candidati beneficiari la stessa percentuale bulgara riportata, il dato finale sarebbe stato notevolmente diverso:
Analogamente avviene per il candidato Di Pietro che, senza i nuovi iscritti “intruppati” in circoli già ben oltre il rapporto sano iscritti voti [Via Tagliamento 558 - Bonito 254 - Ospedaletto 111 - Pietrastornina 147 - Pratola Serra 102], in soli 5 circoli si vedrebbe depauperato di ben 1182 voti sui 2198 riportati in totale.
Come si vede, l’aver drogato il tesseramento oltre il legittimo ed oltre il lecito ha falsato il congresso, lo ha reso “farlocco”, una mera prova di esibizione di capacità di reclutare truppe cammellate che ha aperto, ed è questo il punto politicamente più grave anche oltre la tollerabilità da parte dell’opinione pubblica delle immagini scandalose che abbiamo offerto, la possibilità a gruppi di interesse, qui da noi i costruttori interessate alla benevolenza delle pubbliche amministrazioni da noi governate, a finanziare generosamente la campagna di tesseramento che (forse è il caso di evidenziarlo) è costata ai finanziatori gran parte dei 180.000 euro che le casse del partito dovrebbero avere incassato.
Sono cose di cui sono pieni i marciapiedi della città capoluogo. Purtroppo la dimostrazione della loro sussistenza potrà avvenire solo a posteriori, in presenza di atteggiamenti da parte nostra “comprensivi” per interessi, anche legittimi, ma discutibili sul piano dell’opportunità politica, da parte di questi imprenditori che “guardano con interesse” alle novità di questo PD.
PROCEDURE CONGRESSUALI
Punto 1: Anagrafe degli iscritti
La norma (art.13 dello statuto nazionale) prevede: Le commissioni per l’Anagrafe, ove costituite, e in loro assenza le Commissioni di Garanzia, collaborano, fino all’insediamento delle Commissioni regionali e provinciali per il congresso, con gli organi dei coordinamenti territoriali e delle Unioni regionali, al fine di assicurare la formazione degli elenchi degli iscritti, composti così come descritto nel punto 2 del presente articolo, e la loro trasmissione ai livelli regionali e nazionali. Tali elenchi, risultanti dall’anagrafe, debbono consentire l’identificazione degli aventi diritto al voto.
... In caso di presunte irregolarità gli iscritti possono presentare – entro 24 ore dalla pubblicizzazione degli elenchi - formale reclamo alla Commissione provinciale per il Congresso che è tenuta a pronunciarsi entro le successive 24 ore. Contro la decisione, o in caso di inerzia, può essere proposto motivato ricorso alla Commissione regionale di Garanzia. Gli elenchi sono consultabili con formale richiesta alla Commissione provinciale per il Congresso, che risponde entro 24 ore dalla ricezione della richiesta.
Quella che viene gabellata come “anagrafe degli iscritti” è un elenco approvato ad appena 12 ore dall’insediamento dei seggi, rendendo impossibile l’esercizio del controllo sulla sua formazione.
Ciò malgrado la Commissione di Garanzia su Lioni e la Commissione Provinciale per il Congresso su Solofra, hanno depennato dall’elenco iscritti che si sarebbero candidati in liste contrapposte a quelle del PD.
Del tutto legittimo. Solo che questo criterio lo si è applicato in maniera discriminatoria e senza avere alla base gli atti formali che consentissero di identificare coloro che venivano depennati.
La questione assume una rilevanza straordinaria almeno per due questioni:
Avellino: La professoressa Ida Grella, ineffabile killer di tutte le osservazioni che dessero fastidio al “correntone” a sostegno di De Blasio, iscritta al partito, è stata candidata con una lista civica al Comune capoluogo. Tale lista non è stata mai riconosciuta, in documenti ufficiali e di organismi, come “lista amica” del PD, il quale peraltro è stato presente in tale elezioni con una lista con il suo simbolo ma che non è mai stata approvata da nessun organismo del partito (in dispregio alle norme statutarie, senza che nessuno se ne sia mai impipato, benché oggetto di formali ricorsi). Insomma, a presiedere la Commissione per il Congresso è stata chiamata una iscritta che –se volete sul piano formale, ma le formalità sono la sostanza della legalità- non può, per due anni, ricevere la tessera del PD (d’altro canto, che aspettarsi da chi ha eletto Presidente della Commissione di Garanzia il sig. Colucci, a tale incarico incompatibile in quanto Commissario dell’Ato –questione oggetto di ricorso mai esaminato).
Atripalda: E’ stato iscritto al partito il sig. Laurenzano, ex sindaco di tale Comune, passato a capeggiare una lista del PdL contro di noi che “dopo una passeggiata, torna a casa”.
 Punto due: L’incompatibilità a gestire funzioni di controllo da parte di dirigenti con posizioni sub judice
Abbiamo già fatto riferimento a come siano sub judice le posizioni della Grella, Presidente della Commissione per il Congresso e del Colucci, Presidente della Commissione di Garanzia. Per entrambe sarebbero state necessarie pronunzie puntuali sui ricorsi tempestivamente presentati. Ma così non è stato.
Ancora più grave è la mancata pronunzia della Commissione di Garanzia sulla illegale gestione delle funzioni di tesoriere in testa a Michelangelo Ciarcia, consentendo al suddetto di gestire il tesseramento, di partecipare a tutte le riunioni delle Commissioni per tesseramento e congresso persino dopo che lo stesso si è candidato all’Assemblea. Il Ciarcia, infatti, non è stato eletto tesoriere dall’Assemblea. Lo ha fatto nei fatti già a partire da qualche mese successivo alla nomina di Michele Langastro. Del tutto legittimo che la Segretaria nominasse il Ciarcia; solo che tale nomina doveva essere notificata agli organismi e convocata l’Assemblea per procedere alla sostituzione. Questo non è avvenuto; anzi, una riunione di Assemblea si è tenuta; a norma di statuto il Ciarcia decadeva dalla nomina da parte della segretaria; imperterrito ha continuato nelle sue funzioni non portando alla approvazione degli organismi il bilancio 2011 e portandovi un bilancio 2012 che non è stato approvato in quanto mancava il numero legale. Il Ciarcia si è rifiutato e si rifiuta di fornire le copie del bilancio e degli atti connessi e non si capisce perché. Infine il Ciarcia, pur essendo candidato, ha continuato a riscuotere le somme del tesseramento, a fare tessere nel suo comune, a farsi la campagna elettorale e nello stesso tempo a partecipare all’Ufficio Adesione, alla Commissione di Garanzia ed a quella per il Congresso.
 Punto tre: Esclusione del candidato Caputo per la mancata presentazione delle liste a sostegno
La norma (art. 5 del regolamento regionale per il congresso, sub 5), nel testo che abbiamo portato via con noi da Napoli dopo la riunione che lo ha approvato prevedeva:
Può essere presentata una sola lista di candidati a componente dell’Assemblea provinciale collegata a ciascun candidato alla Segreteria provinciale. A pena di inammissibilità, la lista è composta di candidati alternati per genere. Le modalità di presentazione della lista sono stabilite dalla Commissione Provinciale.
Il testo pubblicato sul sito modifica il “può” con un deve. Ma anche con tale modifica è del tutto evidente che la norma si riferisce al numero delle liste a sostegno e non all’obbligo di presentare in ogni caso una lista a sostegno.
 Punto quattro: Sulle operazioni fasulle in molti seggi
Le operazioni elettorali non sono state vere in molti seggi. In buona parte dei seggi ove il voto è stato bulgaro, le operazioni sono avvenute con seggi “monocolori”, senza alcun controllo e senza alcuna possibilità di verifica.
La dimostrazione più eclatante è quanto è avvenuto nel seggio di Teora, dove le circostanze sono certificate a verbale.
All’apertura del seggio (vedi allegato “Teora”) risultavano nell’urna già deposte un certo numero di schede. Peccato che a rilevarlo è stato uno degli iscritti che intendeva esercitare il proprio diritto di voto che risultava aver già votato. Rispetto ad un ricorso motivato e sostenuto da prove accettate persino dal Presidente di seggio, l’ineffabile Commissione di Garanzia non ha ritenuto di annullare tale votazione.
 Punto cinque: Se si tratti di congressi per la politica o di votifici
Il regolamento regionale per il congresso prevede:
Art. 4 (comma b) “ la commissione cura la pubblicazione e la diffusione delle linee politico programmatiche dei candidati garantendo siano consegnate agli iscritti insieme all’invito a partecipare all’assemblea di circolo” - Art. 4 (comma e) “ assicura che un suo membro o un suo delegato partecipi allo svolgimento delle assemblee di circolo” - Art. 4 (comma f) “Rende noto attraverso la rete il calendario dei congressi specificando i luoghi di riunione e gli orari dei lavori”
All’art 6 (comma 1) "La convocazione della assemblea di circolo deve essere resa pubblica almeno 2 giorni prima attraverso i vari mezzi di comunicazione e a tutti gli iscritti al circolo e deve contenere: il giorno, l’ora di inizio della riunione e il programma dei lavori e l’orario di inizio e fine del votazioni, al fine di garantire (...), le linee politico programmatiche presentate dai candidati alla carica di segretario provinciale.
All’art 8 (comma 4) “ in apertura dell’assemblea di circolo su proposta del segretario di circolo stesso viene costituita e messa a voti per l’approvazione una presidenza che assicura il corretto svolgimento dei lavori e garantisce la presenza di almeno un rappresentante per ciascuna candidatura” - All'art. 8 (comma 5) “ fa parte della presidenza un membro della commissione provinciale o delegato esterno, tenuto ad assistere alla riunione con funzioni di garanzia circa il regolare svolgimento dei lavori” - All'art. 8 (comma 6) “Subito dopo vengono presentate le linee politico organizzative collegate ai candidati a segretario provinciale assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione entro un tempo massimo di 15 minuti di presentazione delle linee programmatiche dei candidati”
Gran parte delle assemblee si sono tenuta in difformità dalle norme previste, in virtù degli aspetti di seguito riportati:
gli iscritti non hanno ricevuto invito alcuno all’assemblea di circolo né tanto meno è stato possibile prendere visione dei documenti programmatici presentati dai candidati alla segreteria provinciale;
il calendario del congressi di circoli con i luoghi stabiliti per le assemblee e i programmi dei lavori non è disponibile on line. Quasi nessun circolo ha rispettato la regola dei due giorni di preavviso per la pubblicizzazione del congresso, non c’è avviso pubblico né a mezzo stampa né manifesti affissi;
Non essendosi formalizzato l’insediamento di un’assemblea nella quale tenere una discussione e presentare le candidature dei segretari provinciali, non è chiara chi abbia votato la composizione dei seggi.
Lucio Fierro

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