Magari il triste spettacolo messo in scena Capriglia resterà pure ''a futura memoria'', come auspica il segretario, ma la querelle interna al Partito Democratico è tutt'altro che archiviata. Incassata la vittoria, seppure sul filo di lana, De Blasio è stato convocato a Roma dai vertici nazionali del Partito. Ad attenderlo il numero due di Renzi, Lorenzo Guerini e la segretaria regionale Assunta Tartaglione. Sul tavolo la necessità di individuare una via d'uscita dalla crisi: la sfiducia non è passata, ma il partito è spaccato. Da Roma è arrivato l'invito a risolvere tutto entro le prossime due settimane, altrimenti sarà il partito nazionale a prendere in mano la situazione. Il problema è capire se ci sono le condizioni per trovare un soluzione condivisa da tutte le componenti. De Blasio ha già fatto sapere che non ha intenzione di dimettersi, che lui, anche dopo Capriglia, è legittimamente in carica. ''Non è più il tempo delle prove muscolari, ora tocca alla politica''. Concetti ribaditi a Roma davanti a Guerini e Tartaglione. Dunque nei prossimi giorni il segretario proverà a mettere in campo un percorso di condivisione. Dove porterà questo percorso, e se porterà da qualche parte, è difficile prevederlo. Le correnti che hanno tentato di sfiduciare De Blasio non mollano, anzi rilanciano: il segretario deve dimettersi, in caso contrario siano i vertici nazionali, insieme ai livelli territoriali, a dare al partito un governo condiviso, di transizione, fino al congresso che a quel punto sarebbe anticipato (nel video l'intervista a Francesco Todisco). Staremo a vedere. Intanto una buona notizia arriva per Giuanluca Festa. L'esponente di ''Davvero'' è stato reintegrato nel partito. Era stato messo alla porta proprio su iniziativa di De Blasio per aver presentato una lista autonoma alle elezioni provinciali. La decisione è stata presa dalla commissione regionale di garanzia.