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Grassi lascia il Movimento Cinquestelle: ''Abbandonare per me è legittima difesa''

ugo grassi

«A questo punto io vedo che la contraddizione tra ciò che mi era stato prospettato, che era oggettivamente il programma M5S, e ciò che sta accadendo è diventata così aspra che abbandonare il Movimento diventa legittima difesa». Sono le parole all’Adnkronos del senatore 5 Stelle Ugo Grassi, che non voterà la legge di bilancio perché contrario all’istituzione di una Agenzia nazionale per la ricerca, prevista dalla finanziaria. «Ho accettato la mia candidatura per contrastare lo strapotere dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, ndr). Non ci sono riuscito perché il M5S non si è proprio attivato, anzi ha fatto l’opposto. E non contenti, ne creiamo un’altra, che costa 4 milioni di euro... penso a quante borse di studio potremmo erogare con quei soldi», attacca il senatore.
«L’Agenzia nazionale per la ricerca - insiste Grassi - sarà un’altra Anvur, e l’Anvur mi ha rovinato. Non mi si può chiedere di accendere la miccia del candelotto di dinamite collocato sotto la mia casa. Io non ci sto, non lo posso fare. E’ grave che un collega (Conte, ndr) stia facendo una cosa del genere».
L’istituzione di una Agenzia nazionale per la ricerca, prevista dalla legge di bilancio, «vuol dire assoggettare la ricerca italiana a un controllo politico. Per me è aberrante. E’ una cosa che io non avrei mai voluto trovare in legge di bilancio, è la negazione di quello che c’eravamo promessi. Allo stato, non voto la manovra» dice Grassi, avvocato e professore ordinario di Diritto civile, a un passo dall’uscita dal gruppo pentastellato.
Uscita che «potrebbe accadere» molto presto, e «di fronte a questo voglio vedere chi mi critica» dice all’Adnkronos il senatore. «Se passo alla Lega? Non rispondo a questa domanda», taglia corto. «Diciamo che poi uno vede che fare. Per me - insiste - è un tradimento che non accetto. Alla presentazione della mia candidatura al Tempio di Adriano dissi chiaramente che uno degli obiettivi da perseguire era il ridimensionamento dell’Anvur. Che faccio ora, voto una seconda Anvur? Sono irritato, amareggiato e deluso. Il grande pubblico non si rende conto che laddove muore la ricerca, si spengono i sogni dei giovani. Senza studio saremmo rimasti all’età della pietra».

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