Si erano lasciati così, venerdì sera, in un clima incandescente, con l’assemblea provinciale, chiamata a designare i candidati per le regionali, trasformata in un ring: da un lato la maggioranza, dall’altro la minoranza della sinistra Pd. Casus belli, la lista degli aspiranti candidati presentata dal segretario De Blasio. Nell’ordine: De Luca, D’Amelio, Palmieri e Santaniello. Lista approvata con meno della metà degli aventi diritto.

Da qui la rissa per via dell’esclusione di Todisco, che poteva contare su 25 voti, e di Caterina Lengua. 

Nonostante il trambusto, sembrava fatta. E invece tutto è stato rimesso in discussione nel corso della successiva assemblea regionale. Dai quattro decisi ad Avellino, a Napoli gli aspiranti candidati sono tornati ad essere sei: dentro dunque anche Todisco e Lengua. A decidere sarà una commissione composta dalla segretaria regionale Assunta Tartaglione e da altri tre dirigenti campani. Coniglio tirato fuori dal cilindro al termine di una riunione tenuta nella notte tra sabato e domenica e conclusasi alle sei del mattino. E’ chiaro come all’interno del Pd irpino sia in corso una lotta fratricida che in ogni caso mieterà vittime e le cui conseguenze peseranno su tutta la campagna elettorale, indipendentemente dai quattro candidati che alla fine la spunteranno.

Il caso è diventato nazionale, il video della rissa di venerdì scorso ha fatto il giro del web ed è stato ripreso dalle più importanti testate.

Ora tutti sperano che la vicenda si concluda rapidamente nell’interesse del Pd. Dall’ex senatore De Luca arriva l’invito a pensare come battere Caldoro; Santaniello e Palmieri si dicono fiduciosi del lavoro che si farà a Napoli nel rispetto di quanto stabilito all’assemblea. Francesco Todisco, sulla barricata opposta, è lapidario: ''Se in questo partito esiste ancora la democrazia, alla fine io sarà tra i candidati''.

Per decidere, e litigare, c’è tempo fino a sabato alle 12: termine ultime per la presentazione delle liste