Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Canale 58Canale 58

Politica

Terremoto Alto Calore, pioggia di reazioni: soluzione politica per salvare la società

alto calore

Non gioisco per questa drammatica situazione in cui si trova oggi una storica società pubblica della provincia di Avellino. Penso agli utenti e alle difficoltà che potrebbero ripercuotersi sui cittadini, penso ai lavoratori dell'azienda. Lo dichiara Vincenzo Ciampi Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. Quello che in passato - sopratutto fino a qualche anno fa - è stato un carrozzone politico rimarrà, comunque, un esempio di cattiva amministrazione della cosa pubblica a cui non sono estranei i sindaci irpini che spesso hanno assistito in silenzio approvando i bilanci. Da sindaco dicevo che andava fatta un'operazione verità. Nel mio esposto che presentai alla Procura di Avellino e alla Corte dei conti in qualità di Sindaco (e nelle successive mie dichiarazioni al Sostituto procuratore) manifestavo le mie perplessità in merito al piano di risanamento con aumento di capitale; alla trasformazione del consiglio di amministrazione con tre membri ad amministratore unico; le mancate valutazioni di rischio del Controllo analogo; nonchè la questione  riguardo ai canoni di depurazione e infine l'effettiva composizione dei debiti e crediti iscritti in bilancio. Per  onestà intellettuale devo riconoscere anche che l'attuale gestione si è impegnata per ridurre debiti e sprechi. Massima fiducia per la Procura per la sua operazione verità, ma la politica si adoperi per salvaguardare acqua pubblica e posti di lavoro.  Mi adopererò nella mia attività di consigliere regionale perchè non si receda da questi principi fondamentali. Vincenzo Ciampi, consigliere regionale

“La decisione della Procura della Repubblica, relativamente alla richiesta di fallimento dell’Alto Calore, suscita  necessarie ed opportune riflessioni per gli enti e le comunità interessate. Sono noti i dubbi che ho sempre nutrito sui conti della società. Non ho mai fatto mistero delle mie  perplessità, manifestandole anche pubblicamente, anche quando sono rimasto una “vox clamantis in deserto”. La decisione, dunque, non mi sorprende, ma ovviamente non  mi fa piacere. Avrei preferito percorsi diversi per l’Alto Calore, al fine di evitare rischi del genere e garantire la sopravvivenza dell’ente e la salvaguardia delle maestranze. Ho provato anche a proporli, in più di un’occasione ed in sedi diverse, ma sono rimasto inascoltato, addirittura talvolta considerato come il nemico dell’ente che come tale doveva essere contrastato ed isolato. Gli organi inquirenti hanno portato avanti un lavoro certosino, per i quali rivolgo loro i miei più convinti e sinceri apprezzamenti e ringraziamenti. Io stesso sono stato ascoltato in qualità di sindaco del Comune capoluogo, che vanta una quota importante in seno alla società. Ora approfondiremo ulteriormente la situazione, almeno per quanto ci riguarda, con il supporto di esperti. Vogliamo tutelarci come ente e vogliamo verificare possibili soluzioni per difendere e mantenere tutti i livelli occupazionali all’Alto Calore. I dipendenti della società non possono pagare per colpe di altri”. Gianluca Festa, sindaco di Avellino

La Cgil di Avellino, con le categorie, lotta da sempre per l'«acqua come bene comune». E così, come avevamo già detto in tempi non sospetti anche per la gestione del PNRR e delle infrastrutture - si deve adesso aprire una discussione con la Provincia e con gli enti locali soci sulla gestione del Servizio Idrico Integrato in provincia di Avellino nel Sub ambito Calore, per provare a fare una Newco. Avviare un confronto, anche se in ritardo, è ancora utile visto quello che sta accadendo con i Cgs e  in  Alto Calore. Cose temute e dette dalla Cgil ormai molti anni fa, con la gestione D’Ercole-Abate, e poi De Stefano per un concordato che mettesse in sicurezza la gestione pubblica complessiva della risorsa idrica. Oggi dobbiamo rincorrere e come detto nel decennale del referendum sull'Acqua bene comune chiediamo alla provincia, socio, e a tutti gli altri enti di prevedere un’azione concertata per tutelare i lavoratori e la risorsa con una società pubblica Che lasciando da parte vecchie logiche recuperi le competenze e operi in Economia, efficienza ed Efficacia, per il bene del territorio che della risorsa acqua ha ampi giacimenti ma ha avuto una bruttissima gestione. Da questo sollecitiamo una discussione Politica ampia e sincera per riaffermare il Diritto all'Acqua pubblica ma anche alle opportunità offerte da una buona gestione del servizio idrico in termini di utilità per i cittadini, di attività in infrastrutture, tutela ambientale e lavoro dignitoso. Franco Fiordellisi, segretario generale Cgil Avellino 

L’odierno comunicato stampa della Procura della Repubblica di Avellino ha squarciato definitivamente il velo sulla situazione dell’Alto Calore s.p.a.Infatti, la Procura di Avellino ha reso noto di aver avanzato una richiesta di fallimento l’ente idrico, dichiarando di aver riscontrato “una profonda crisi aziendale, con risultati annui di esercizio caratterizzati da un trend costantemente negativo da più di un decennio e un’esposizione debitoria giunta ormai, in assenza di prospettive concrete di risanamento, a quasi 150 milioni di euro.”In particolare, la stessa Procura ha dichiarato di aver analizzato approfonditamente dati societari, contabili e fiscali, con acquisizioni documentali ed escussione dei soggetti interessati, tra i quali i rappresentanti governativi nazionali e della Regione Campania, della Provincia di Avellino e dei Comuni partecipanti all’azionariato dell’Alto Calore, la quale, appunto, è una società a capitale totalmente pubblico. Ciò vuol dire il dramma che attraversa questa società ha implicazioni e risvolti sul piano sia locale che nazionale.Ritengo che l’iniziativa della Procura di Avellino si rivelerà decisiva per arrivare anche ad una soluzione politica in merito alla situazione dell’Alto Calore ed alla gestione della risorsa idrica. Si può affermare che finalmente le mie interpellanze, interrogazioni ed altre iniziative sul tema non sono state vane.Tutte azioni nelle quali ho sempre sottolineato che la disastrosa condizione patrimoniale e finanziaria dell’ente si ripercuote inevitabilmente sulla qualità dei servizi offerti alla cittadinanza, unitamente al problema della ripartizione dell’acqua tra Campania e Puglia.In tempi non sospetti, inoltre, ho indirizzato richieste di interventi al fine di prevenire una crisi idrica in Irpinia e Sannio nel corso dei mesi estivi, al Presidente del Distretto Idrico Calore Irpino, Michele Vignola, al Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, Vera Corbelli, all’Ente Idrico Campano, nonché al Vicepresidente e Assessore all'Ambiente, Fulvio Bonavitacola.Ad oggi, purtroppo, devo constatare che nessuna delle suddette autorità investite della problematica ha dato riscontro alla mia richiesta, né ha palesato un interessamento alle gravi problematiche sollevate.L’iniziativa della Procura di Avellino ci dimostra che l’attuale gestione dell’Alto Calore non è riuscita, nel corso di questi anni, a migliorare la condizione economica dell’ente, né, tantomeno, la gestione della risorsa idrica.Ora occorre rinnovare un impegno istituzionale che porti ad adottare provvedimenti concreti, per dare sollievo alle finanze e agli assetti societari dei gestori del servizio idrico a capitale pubblico in condizioni patrimoniali problematiche, e ponendo le basi per una diversa e più giusta gestione dell’acqua. Ho anche intenzione di presentare una interrogazione al MITE per sapere se e come intenda intervenire sulla questione, a tutela dell’acqua pubblica e della qualità della vita dei cittadini. Generoso Maraia, deputato Movimento Cinquestelle

Commenta l'articolo

Copyright © Mediainvest srl - Tutti i diritti riservati - Web Agency: Progetti Creativi
La riproduzione di tutto o parte del contenuto di questo sito è punibile ai sensi delle leggi vigenti
Privacy Policy