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Marotta addio. Cerimonia laica per l'ultimo saluto

NAPOLI – La morte di Gerardo Marotta, filosofo napoletano conosciuto in tutto il mondo, lascia un vuoto incolmabile tra i suoi allievi, amici, colleghi: erano circa un migliaio le persone radunatesi per dirgli addio. Una cerimonia laica a Palazzo Serra di Cassano, sede dell’Istituto italiano per gli studi filosofici che Marotta ha fondato, per ricordare l’Avvocato, con il salone degli specchi gremito così come le altre sale nelle quali era possibile assistere alla cerimonia attraverso dei maxischermi installati per l’occasione. Cerimonia aperta dalle parole del presidente emerito della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola, a cui hanno fatto seguito alcuni interventi tra i quali quello del figlio di Gerardo, Massimiliano: “Gerardo Marotta si è preso cura della città. E questo Istituto appartiene alla vostra più forte identità. Voi dovete lottare per questo Istituto, che è il presidio più alto contro la criminalità. Voi dovete pretendere la Biblioteca”.Presenti anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, secondo il quale Gerardo Marotta “invitava alla ribellione, alla rivoluzione per realizzare quegli ideali in cui credeva”, e il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che sottolinea: “Il fatto che siamo qui in tanti testimonia l'affetto e la traccia lasciata da un grande umanista, un grande meridionalista, un grande italiano".Al termine della cerimonia, un affollato corteo funebre ha scortato il feretro fino a piazza Santa Maria degli Angeli.

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