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Napoli, a Chiaia multe a raffica per la stessa infrazione: ''Ma la colpa è del Comune''

NAPOLI – Ah le multe, a chi non è mai capitato di trovarne una sul parabrezza o nella cassetta della posta? Divieto di sosta, superamento dei limiti di velocità, permesso di parcheggio scaduto, attraversamento di un’area pedonale o a traffico limitato: alcune volte si tratta di infrazioni commesse coscientemente, nella speranza che non ci siano telecamere o vigili a contestare l’accaduto; altre volte, però, ci si trova in situazioni paradossali e confuse in cui l’errore è a monte. E contestare la contravvenzione attraverso un avvocato è un diritto di tutti.Un caso del secondo tipo, che sta facendo e farà scuola per tutti gli automobilisti e i motociclisti campani, è quello di piazza Giulio Rodinò, quartiere di Chiaia.

A spiegarcelo è Lucia Paola Russo, avvocato dello studio Di Fiore: “Numerosi cittadini si sono visti recapitare decine e decine di verbali elevati in un’Area Pedonale Urbana in cui avevano circolato ogni giorno per recarsi al lavoro un paio di mesi prima: trattandosi di verbali di circa 100 euro ciascuno è capitato che ogni singolo cittadino si è improvvisamente trovato debitore del Comune anche per alcune migliaia di euro prima di capire che il percorso che quotidianamente effettuava era da modificare”. Una scoperta che ha scatenato il panico tra le decine di cittadini che avevano accumulato cartelle da pagare al Comune di Napoli. La responsabilità di questa situazione, però, è da addebitare all’ente comunale: “Il totale divieto di circolazione imposto non solo era mal segnalato, ma la segnaletica presente era proprio fuorviante - spiega l’avvocato Russo - poiché in corrispondenza della videocamera di rilevazione del Comune campeggiava una segnaletica pubblicitaria luminosa che indicava la presenza di un parcheggio privato con la scritta verde che indicava ‘GARAGE LIBERO H24’ e, in più, un segnale di senso unico di marcia”. Secondo il codice della strada, infatti, è necessario che vi sia ‘un’adeguata segnaletica verticale ed orizzontale che possa avvertire il conducente della presenza di un’aerea a traffico limitato’ ed è assolutamente vietato ‘collocare insegne e sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale’. Che si sia trattato di superficialità o di incompetenza da parte di chi ha curato la creazione della zona pedonale non ci è dato saperlo, ma i cittadini hanno visto riconosciuta la loro non colpevolezza: le sanzioni sono state impugnate e diversi giudici, uno dopo l’altro, hanno annullato (e stanno continuando ad annullare) tutti i verbali relativi alle infrazioni di piazza Rodinò. “È stata una grande soddisfazione – conclude l’avvocato Lucia Paola Russo - perché ha rappresentato una vittoria non solo per me e per i miei assistiti, ma anche e soprattutto per l’affermazione dei diritti del cittadino che troppo spesso si vede vessato da pretese tributarie, fiscali e sanzionatorie alquanto dubbie e spesso non giustificate”.

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