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Sblocca opere, 24 milioni per i comuni irpini: elenco e fondi

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«Per l’Irpinia il piano sblocca-opere contenuto nel collegato alla Legge Finanziaria licenziato nell’ultima seduta di consiglio regionale vale ventitré milioni di euro. Sono coinvolti praticamente tutti i Comuni irpini e l’amministrazione provinciale di Avellino. Si tratta di una misura di forte impatto, utile a far fronte alle difficoltà finanziarie in cui versano gli enti locali, in particolar modo i Comuni che si trovano nell’impossibilità di poter completare o realizzare opere. Per i Comuni una boccata d’ossigeno per azioni di completamento e comunque di realizzazione di lavori pubblici. La disposizione, il comma 40 dell’articolo 1 del collegato, sblocca immediatamente importanti risorse finanziarie depositate presso la Cassa Depositi e Prestiti da destinare esclusivamente ad investimenti». Lo dichiara il consigliere regionale Maurizio Petracca, presidente della Commissione Agricoltura, Caccia, Pesca, Risorse statali e comunitarie per lo Sviluppo.
«Le somme in questione – aggiunge Petracca - si riferiscono ai mutui assunti con la Cassa, nel corso degli anni fino al 31 dicembre 2007 compreso, il cui ammortamento è in corso ed il relativo onere finanziario fu assunto a carico della Regione Campania, a seguito della concessione di contributi pluriennali, pari alle annualità del mutuo, ai sensi delle legge regionali n.51/1978, n.42/1979 e n.50/1985. Agli Enti Locali viene data la possibilità di finanziare uno o più progetti utilizzando le economie rivenienti dai vecchi finanziamenti risultanti dalle minori spese sostenute rispetto all’importo nominale del mutuo, come, a titolo indicativo: il ribasso d’asta, minori spese tecniche, minori spese generali. Sono esclusi i mutui il cui ammortamento scade a fine 2018 o a fine 2019».
«Per l’utilizzo dell’economia – spiega il presidente Petracca – la norma appena approvata è semplicissima: agli enti locali è richiesta la sola comunicazione alla Regione Campania senza la relativa approvazione. Le economie, anche mediante accorpamento dei residui di più mutui, possono essere utilizzate dagli enti locali beneficiari prioritariamente per ulteriori lavori afferenti ai progetti  originari ovvero ad un nuovo progetto con finalità diverse ma comunque volti alla realizzazione di investimenti da concludersi entro tre anni dalla data di entrata in vigore della disposizione. Le risorse, al contrario, decadono se alla data del 31 dicembre 2019 non è intervenuto l’affidamento dei lavori».

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