Comprare un pregiato vino da invecchiamento per conservarlo male è un’azione funesta, come acquistare un quadro di un pittore famoso e appenderlo ad una parete piena di umidità. Nelle grandi città date le dimensioni degli appartamenti non è possibile avere molto spazio per una cantina propria dove conservare il vino in modo adeguato. La classica cantina del nonno con le pareti di mattoni, le ragnatele e lo sporco pavimento di ghiaia rimane il luogo perfetto  per conservare bottiglie polverose. Gli appartamenti di oggi possiedono a stento una credenza in cucina sottoposta a bruschi cambiamenti di temperatura. I più estrosi conservano addirittura le bottiglie migliori nell’armadio della biancheria. Altri si spingono oltre, come un famoso giornalista che decise di trascorrere un intero inverno parigino con l’aria condizionata accesa per non alterare l’ambiente di una costosa bottiglia. Questo non è certo necessario, ma occorre osservare alcune condizioni per custodire un certo numero di bottiglie. Intanto il principio base è la posizione orizzontale delle bottiglie. Fa sì che il tappo si mantenga umido e non perda flessibilità. Poi il luogo, deve avere le pareti grezze o essere isolato termicamente. Il pavimento può essere ricoperto di ghiaia o argilla espansa, che conservano meglio l’umidità. Quanto alla temperatura il vino non è così esigente come si crede. Vive per lunghi anni se si conserva tra i 7 e i 18 gradi. L’importante è che la temperatura sia costante, per il vino non esiste peggior nemico dello sbalzo termico. Ad esempio il caldo fa invecchiare prima il vino, il tappo inizia a dilatarsi e in tal caso è meglio stappare la bottiglia quanto prima. Umidità superiore al 70% per far mantenere ai tappi le caratteristiche migliori, ma attenti a non esagerare perché favorisce la comparsa di funghi.  Se non è possibile creare queste condizioni minime, allora posiamo sempre andare ad un ipermercato e comprare una cantinetta frigo sicuramente più economica. Maria Froncillo