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''Signor Distruggere'', la malvagità ha un nome: ''Combatto le assurdità del web''

Chi ha studiato comunicazione all’università non può non conoscere Umberto Eco, per chi invece non lo conoscesse Eco è stato uno dei più grandi esperti di comunicazione e mass media. I suoi scritti hanno analizzato tutto il percorso televisivo, dalla nascita del mezzo fino al suo tematizzarsi. Negli ultimi anni Eco si era dedicato allo studio del web, che riteneva essere un "dramma per la società", il luogo dove lo scemo del villaggio diveniva detentore della verità. Eco non si sbagliava e oggi ne abbiamo la conferma. I social network, in particolare, portano alla luce la disinformazione e l’ignoranza di alcuni utenti. E c’è chi nello scovare questi soggetti ne ha fatto una crociata personale. È il caso del Il Signor Distruggere, al secolo Vincenzo Maisto, blogger, scrittore e influencer salernitano, seguitissimo sui social network con oltre 800.000 followers che è ormai il personaggio rivelazione del web, tanto da portarsi a casa quest’anno un Macchianera Internet Awards per il miglior articolo post, battendo firme importanti come Enrico Mentana e Selvaggia Lucarelli. Trentenne ironico, acido e perfido ha creato la sua pagina facebook  nel 2011 come valvola di sfogo dopo una laurea triennale in architettura, a suo dire inutile, e una lunga serie di fallimentari esperienze in ambito umano. Uno spazio dove Vincenzo parlava di precariato, di disoccupazione giovanile, con il sarcasmo e l’ironia che lo contraddistinguono. Poi la svolta. "Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva" diventa "Il Signor Distruggere". E Il Signor Distruggere incontra le "mammine pancine". Sulla pagina iniziano ad essere pubblicati screenshot di post con tanto di commenti provenienti da gruppi e pagine facebook dedicati a maternità, infanzia e allattamento. Una finestra su una parte di mondo quella che Il Signor Distruggere apre con questi post che ci permette di conoscere così le "mamme pancine": donne devote al marito, di mentalità chiusa, per le quali il sesso è solo un dovere coniugale, che mangiano la placenta e utilizzano riti di fertilità piuttosto che rivolgersi a medici. Un’ultima inquietante verità arriva dai gruppi dedicati ai pupazzi in vinile molto simili ai neonati richiesti su commissione dalle "mamme pancine". Si chiamano bambolotti reborn e le pancine si divertono a portarle a passeggio a comprargli tutine e carrozzine.E guai ad esprimere loro un’opinione contraria, le "mammine pancine" accettano solo complimenti e consigli da chi ha avuto la stessa esperienza. No critiche, grazie.

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