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Arte e creatività - In mostra "Rosaria Matarese", appuntamento al museo Arcos

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Si inaugura sabato 8 aprile alle ore 11 presso il Museo Arcos di Benevento, a cura di Ferdinando Creta con Francesco Creta, la mostra “Rosaria Matarese”.

Lo comunica Claudio Ricci, presidente della Provincia di Benevento.La mostra, dedicata all’artista napoletana, riapre la stagione degli eventi presso i Sotterranei di Corso Garibaldi equamente divisi tra quella permanente dedicata alla Sezione Egizia con i reperti del Tempio di Iside e quelle estemporanee curate dal Direttore artistico Ferdinando Creta.

L’evento di sabato prossimo rientra nella programmazione di Arcos finalizzata a riaccendere il dibattito sui movimenti e le personalità che hanno animato il dibattito delle arti a Napoli e in Campania, nei decenni del secondo dopoguerra. Negli ultimi anni Arcos, volendo appunto approfondire la riflessione sulla identità culturale del territorio, ha aperto le proprie porte ad artisti quali: Armando De Stefano, Tonino Lombardi (presente a Napoli sul finire degli anni Cinquanta) e Mario Persico, con una selezionata scelta di opere che l’artista ha realizzato nei primi anni del Duemila, unitamente ai sorprendenti impaginati del “Patapart”, la rivista dell’Istituto patafisico partenopeo di cui Persico, dal 2001, è Rettore Magnifico; quindi, insigni artisti sanniti, ultimo dei quali, in ordine di tempo, Massimo Rao, straordinario pittore nato in San Salvatore Telesino, troppo presto scomparso ventuno anni or sono.

La mostra di Matarese che il museo Arcos propone oggi, sposta l’attenzione sull’attualità, riprendendo quel filo narrativo operato, nel corso di questi primi anni del Duemila.

Le opere esposte a Benevento sintetizzano la traccia che sostiene da decenni l’intera poetica di Rosaria Matarese, contenitori di se stesse, tabernacoli del pensiero, che obbligano a una fruizione-devozione privata, riportando alla mente le pale richiudibili di tradizione fiamminga. Una produzione che ragiona per contrasti, vuoto e pieno, aperto e chiuso, spirituale e materiale che si incontrano nella sintesi di pittura e scultura con materiale di riutilizzo, nel rapporto tra il contenitore decorato e il suo interno dipinto.

In mostra oltre trenta opere, fra dipinti e istallazioni in cui spesso materiali di recupero trovano una nuova vita unendosi a impasti di colore, ritagli di giornale, fotografie, poster pubblicitari, raccontano al tempo stesso il percorso dell'artista, fra i principali esponenti italiani della corrente artistica della Patafisica, e uno spaccato importante della storia dell'arte napoletana.Proprio secondo Persico, “Rosaria Matarese, agisce in piena sintonia con il gruppo di Linea Sud costruendo “opere aperte” (o “praticabili”) che sottolineano l'indeterminazione tra creazione artistica, intervento del fruitore e rifiuto del quadro come campo iconico chiuso. Dal canto suo, Mario Franco scrive: “L'arte di Rosaria Matarese attraverso l'ironia del suo sberleffo - mentre uno specchio rotto riflette la lunga lingua dei suoi dipinti - spazia nella messa in scena teatrale delle sue scatole a più superfici, nelle ante-sipario che si aprono e si chiudono come un libro che racconta la coubertiana origine del mondo.

La mostra “Rosaria Matarese”, che occuperà le Sale di Arcos sino al 28 maggio 2017, è stata realizzata con il supporto della responsabile della rete museale della Provincia di Benevento, Gabriella Gomma, di Sannio Europa, di Liverini, F.lli Battaglino snc, Umberto Rossi Allestimenti, Antica Masseria Venditti.

All’inaugurazione di sabato 8 aprile 2017 alle ore 11 saranno presenti i curatori, l’artista e le istituzioni provinciali.

Questi gli orari per visitare la mostra: martedì / venerdì dalle ore 9,00 alle 18,00

sabato e domenica dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle ore 15,00 alle 18,00

Lunedì chiuso.

Biografia Rosaria Matarese

Nasce a Napoli il 26 febbraio 1941. Volontariamente e con entusiasmo, sceglie di frequentare il liceo artistico: conseguentemente e con lo stesso entusiasmo, decide di frequentare il corso di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, docente, il maestro Giovanni Brancaccio, amato, seguito e… rifiutato, ribaltato e revisionato, giustamente, appena uscita dall’Accademia, per iniziare grazie comunque agli insegnamenti ricevuti, un personale e necessario percorso di crescita.“Rosaria Matarese è napoletana e quindi abbastanza caricata di quella filosofia di vita che ha sempre ridotto la realtà a realtà inscenata” (da “La camera per amare di Rosaria Matarese” di Germano Beringheli – Genova – 1968).

Da quando, negli anni ’60 fece parte, giovanissima, del gruppo Linea Sud (rivista di retta da Luca – Luigi Castellano e redatta da Stelio Maria Martini, Mario Persico, Enrico Bugli e poi Luciano Caruso), la ricerca di Rosaria Matarese si è sviluppata su un arco di grande ampiezza linguistica, in cui futurismo e dadaismo hanno un rilievo centrale.

Ha insegnato da sempre negli Istituti d’Arte (Avellino, Torre del Greco e Napoli) e tutt’ora insegna nel liceo artistico Suor Orsola Benincasa come docente di Tecniche Artistiche, discipline plastiche e pittoriche, e segue piccoli gruppi di allievi nel suo studio. E’ ormai evidente che l’entusiasmo, la volontà e la consapevolezza delle scelte “adolescenti” per le cose dell’arte, l’accompagna ancora.Fa parte dal 2005 del Collegio Patafisico Partenopeo retto da Mario Persico. Le sue opere sono in molte collezioni private e pubbliche tra cui: MAGI Museo del ‘900 a Pieve di Cento (Bologna).

CAM Museo d’Arte Contemporanea di Casoria (Napoli). ARCA Museo di Arte Religiosa Contemporanea Oltre il Chiostro S.M. La Nova – Napoli Museo del ‘900 Castel Sant’Elmo NapoliFondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Milano.“Rosaria Matarese si caratterizza per l’assemblaggio di oggetti, ritagli fotografici, impasti di colore, che, sfuggendo alla casualità provocatoria del “ready made”, fissano la parte di realtà che sta a cuore all’artista, attraverso il recupero dell’oggettualità e dell’interazione con il fruitore.

In questi “combine paintings”, la Matarese è attenta all’universo della contemporaneità, alle sue contraddizioni sociali, alla sua violenza, alle sue maschere consumistiche e fuorvianti. E’ un impegno portato avanti con sobrietà di mezzi, rifuggendo da tutto quell’armamentario retorico solitamente usato da una pratica artistica che affronta temi simili.” (Mario Franco)

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