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Consiglio comunale, Farese e Sguera all'attacco: "Un pastrocchio"

MARIANNA FARESE 2

"Un Consiglio movimentato. L’incompetenza e il pessimo raccordo tra parte tecnica e parte politica hanno prodotto un «pastrocchio» (Luigi De Minico dixit) che ha costretto alle scuse l’ingegnere responsabile del progetto in questione, ad una lunghissima interruzione, ad un emendamento dell’Assessore alla Mobilità al suo stesso testo... Insomma, un disastro (non annunciato)".

E' la riflessione congiunta dei grillini Marianna Farese e Nicola Sguera che aggiungono: "Cerchiamo di spiegare in termini semplici una questione che potrebbe apparire astrusa ai più. La Giunta, che non è precisamente definibile bike friendly, vuole aderire ad un bando regionale (600.000 euro circa in tutta la Regione) per la sicurezza stradale e le piste ciclabili.

Elabora un progetto di massima (per un importo di circa 2 milioni di euro) intenzionato a stralciarne una parte del valore di circa 150 mila euro, per metà finanziati dal Comune, per altra metà dalla Regione, in caso di successo. In Consiglio viene portata la richiesta di modifica del Piano Urbano Traffico (PUT). L’opposizione fa notare come tale richiesta sia insensata: il Consiglio non è tenuto ad approvare progetti (competenza della Giunta). Non si tratta d’altronde di un atto di indirizzo. Il R.U.P. e progettista riconosce in seduta consiliare gli errori formali (per altro relativi anche agli allegati alla proposta). Insomma... un «pastrocchio». La seduta viene sospesa.

Dopo oltre un’ora si ritorna un’Aula con un emendamento dell’Assessore al suo stesso testo e l’opposizione unita che chiede formalmente il rinvio della seduta. Alla fine si è andati avanti a colpi di maggioranza, pur riconoscendo la gravità dell’accaduto.La nostra posizione in merito riguarda da una parte la sostanza, dall’altra la forma.

Il programma del M5S di Benevento dà enorme spazio alla bicicletta come mezzo di trasporto del futuro, memore della lezione di Ivan Illich, consapevole che questa Giunta tra i primi suoi atti ha deciso la chiusura del Corso Garibaldi alle biciclette.

Purtroppo anche il resto dell’opposizione pare poco sensibile al tema, che d’altronde – per essere compreso – va vissuto (e testimoniato) in prima persona. I comitati e i cittadini che utilizzano la bici non a scopo ludico hanno fatto emergere le loro perplessità o la loro netta contrarietà ad un progetto che marginalizza il ciclista impedendogli l’accesso agli snodi principali della vita e del lavoro cittadino, oltre che la mancanza di un progetto complessivo di mobilità sostenibile. Ciò nonostante, come forza consiliare, abbiamo ritenuto apprezzabile l’apertura alla questione da parte dell’Assessore Delcogliano, vedendolo come uno spiraglio da allargare, come il primo incerto, timido, goffo tentativo di ripensare la mobilità cittadina.

Abbiamo, dunque, proposto un momento da estendere ad amministratori e tecnici comunali di studio sulle soluzioni più avanzate in merito attuate in Europa (dove si tende ad abbandonare le piste ciclabili a favore del bici come regolatore del traffico cittadino), la necessità di coinvolgere gli utenti della bici nella fase progettuale, la riapertura del Corso Garibaldi, secondo la proposta formulata molti mesi fa anche da Mario Collarile (dal lunedì al venerdì con controlli puntuali nel fine settimana). 

Dal punto di vista formale non si tratta, come vorrebbero il consigliere De Nigris e il Sindaco Mastella, di cavilli ma del fallimento (almeno fino ad ora) del promesso efficientamento della macchina comunale (punto 7 del Programma di mandato). Urge, dunque, l’intervento della “squadra di pronto intervento manutentivo” ivi prevista per evitare altre débâcle come quella odierna.

Ci è parso naturale sottoscrivere con gli altri consiglieri d’opposizione un documento con il quale rinunziamo all’emolumento previsto per il Consiglio odierno, mal preparato e gestito senza minimamente tenere in conto le considerazioni, pur ritenute legittime, dell’opposizione.

La seconda parte del Consiglio è stata occupata dalla discussione sull’ingresso di Angelo Feleppa in maggioranza.

Il M5S ha stigmatizzato l’accaduto, che rientra in un trasformismo che pare male inestirpabile della classe politica italica, soprattutto meridionale. Nello stesso tempo ha invitato il centrosinistra ad imparare dall’accaduto, evitando di creare liste prive di filtro pur di conquistare il potere. Esiste un vincolo di mandato “etico”, un patto con gli elettori, che dovrebbe essere considerato inviolabile e dovrebbe spingere chi – legittimamente – cambi idea a dimettersi. 

Ultima nota. Il Sindaco, che ha ribadito, nel parlare della Mazzoni, che lei era interessata ad una candidatura nazionale, lui a fare l’amministratore, ha dedicato buona parte del suo intervento a temi nazionali, lanciandosi in vaticini, dispensando consigli e ammonimenti... Insomma, una stridente contraddizione tra il dire e il fare".

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