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Sannio

Frana di Arpaise, tutto è fermo a quel maledetto 3 dicembre/L'INCHIESTA

Il sindaco Filomena Laudato: “Pronta alle barricate”

3 dicembre 2010: quella notte resterà scritta negli annali della storia, nel cuore ferito della gente laboriosa, genuina e dignitosa di Arpaise un piccolo gioiello di comunità immerso nel verde del Sannio.

Un paese che del decoro, della conservazione della storia e della identità con lo sguardo rivolto sempre al futuro ha fatto la sua battaglia.

Luce all’improvviso spenta dal buio pesto: l’enorme frana trascinò una casa, un albergo ‘La bella dormiente’, arrestò la vita dei cittadini e li annichilì separando Arpaise dal Sannio e dall’Irpinia ma anche da se stesso.

Non resta nulla di quella strada provinciale Sp1. Solo sterpaglie. La carreggiata sprofondata è lì insieme a quella casa sanguinante. Vicino ce ne è un’altra che era nuova di zecca, doveva essere custode di ricordi e di quotidianità invece nulla di tutto questo si è potuto realizzare.

Tutto resta fermo a quella tragica notte: solo il verde è diventato rigoglioso quasi a voler lenire le ferite di quanti ancora pagano le conseguenze della ribellione della natura.

Un tonfo al cuore per chi osserva quel maledetto costone che continua a rappresentare lacrime e solchi al cuore da ben sei anni nonostante la caparbietà di un primo cittadino che ha fatto sentire forte la sua voce, non si è mai arenato dinanzi agli iter farraginosi della burocrazia, non ha mai chinato la testa dinanzi ai ritardi pur di dare risposte alla sua gente ed ora è pronto – dopo lunghi sei estenuanti anni di stop and go  - a proteste eclatanti.

Il sindaco è Filomena Laudato, lei non ammaina la bandiera dei diritti dei suoi cittadini ma oggi è davvero stanca delle non risposte.

Eppure nei sei lunghi anni ci sono stati incontri, e ancora incontri, tavoli istituzionali dai quali puntualmente emergevano risposte immediate in capo alla Regione e alla Provincia ma poi la speranza cedeva il passo alla totale disperazione.

Solo otto mesi fa la schiarita: ma si è punto e a capo.

La frana Covini è stata inserita nella programmazione regionale viabilità ma ad oggi? Il silenzio assordante.

Arpaise tutta chiede dignità, chiede la restituzione di un futuro logorato, chiede rispetto, chiede sicurezza. Chiede futuro. 

Percorriamo la strada alternativa: da una parte all’altra del paese ci sono da percorrere ben tre chilometri.

Eppure quella strada provinciale sprofondata volano della condivisione, della integrazione e del senso di comunità separava le famiglie di Covini a soli pochi metri dal centro.

Oggi tutto è complicato. Una strada scoscesa e tortuosa. Ma ora che l’inverno non darà tregua cosa si farà?

Un viaggio tra la gente composta di Arpaise che chiede di fare presto prima che vi sia un altro disastro. 

L’auspicio è: .... affinché gli organi competenti possano dare finalmente risposte alla comunità per evitare che un giorno si possa dire: "Ve lo avevamo detto".

Insomma alla politica con la 'P' maiuscola l'appello è: "SI FACCIA PRESTO, ANZI PRESTISSIMO".

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