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Impianti eolici, blitz della Finanza: scatta il sequestro

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I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Benevento, in esecuzione del decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento, hanno nuovamente sottoposto al vincolo del sequestro di 6 impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica on-shore realizzati sul territorio sannita, già sottoposti a sequestro nel mese di settembre dello scorso anno in esecuzione del decreto cautelare all’epoca emesso e poi dissequestrati a seguito di decisione della sezione Riesame del Tribunale di Benevento.

Successivamente al disposto del Tribunale del Riesame il Pubblico Ministero ha conferito incarichi ad esperti ambientali al fine di evidenziare aspetti tecnici posti a fondamento degli elaborati progettuali presentati dagli indagati con riferimento ad analisi sia strutturali che strumentali, geologiche e geotecniche. 

"Le approfondite analisi - sottolinea il procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro - condotte dai consulenti hanno consentito di evidenziare numerosi omissioni e difformità. In particolare, veniva evidenziato che le relazione geologiche presentate anche in sede di conferenza di servizi per il rilascio delle autorizzazioni non rispondevano agli standard tecnici previsti dalle linee guide predisposte a seguito del D.M. 14 gennaio 2008 così come non appare completamente conforme la procedura di valutazione dell’impatto acustico effettuate dalle amministrazioni competenti".

"Inoltre, va rilevato - continua il propcuratore Policastro - che in corso d’opera erano state presentate varianti ritenute non sostanziali, sebbene, al contrario, abbiano comportato un incremento dimensionale delle opere  in termini di maggiore altezza cui non ha fatto seguito adeguata verifica strumentale certificata. 
Pertanto sussistendo  il pericolo che la libera disponibilità delle opere già terminate e funzionati potesse aggravare o comunque protrarre le conseguenze delle condotte delittuose, veniva nuovamente disposto dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della scrivente Procura  ed eseguito  il sequestro preventivo dei n. 6 impianti aerogeneratori ubicati nei Comuni di Casalduni (località “San Fortunato”),  Campolattaro (località “Colle Serra” e “Zingara Morta”) e Pontelandolfo (località “Malepara”, “Masseria Calabrese” e “Saraceno”), riconducibili a diverse società operanti nel settore della “produzione di energia elettrica” aventi sede nella città di Benevento.
In particolare, la costruzione e l’esercizio degli impianti è avvenuta sulla base di autorizzazioni uniche ex art. 12 D.Lgs. 387/2003 ritenute illegittime in quanto rilasciate dalla Provincia di Benevento in assenza dei preventivi pareri e valutazioni obbligatorie da parte degli Enti preposti (valutazione di impatto acustico, di impatto ambientale, del rispetto della distanza minima dai centri abitati e del rischio di incidenti di natura meccanica ed elettrico),nonché sulla base di documentazione progettuale carente e di relazioni geologiche non rispondenti agli standard tecnici minimi, ricadendo le località sopra indicate in aree sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico e ambientale.
Gli aerogeneratori sono stati realizzati, infatti, rispettivamente all’interno:
 -  di un’area “buffer” posta a tutela della ZPS (zona di protezione speciale) relativa all’invaso del fiume Tammaro in corrispondenza della diga di Campolattaro (codice ZPS IT8020015), con oasi di protezione avifauna del WWF;

- di un’area posta a tutela dell’area SIC (sito di interesse comunitario) delle pendici meridionali del Monte Mutria (codice SIC IT8020009), costituenti siti appartenenti alla Rete Natura 2000;

- di “aree contermini” a quelle sottoposte a tutela ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004 quali il Torrente Lente, le aree boschive, la Torre Longobarda ed il centro storico di Pontelandolfo (come individuato con D.M. del 5.04.1973) nonché il contiguo monumento ai Sanniti Pentri.

Con riferimento al Comune di Pontelandolfo, peraltro, gli interventi sono stati realizzati in una zona del territorio densamente antropizzata, tra numerose abitazioni, luoghi abituali di lavoro e “borghi”, costituiti da raggruppamenti di modeste e antiche case definite dal PRG del Comune di Pontelandolfo come “nuclei e complessi rurali di valore storico ed ambientale soggetti a conservazione” (zona Ar). Allo stato questo ufficio procede per i reati di “lesioni personali”, “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” , “getto pericoloso di cose” ai sensi degli artt. 582, 659, 674 del c.p. nonché per la violazione delle disposizioni previste dalla normativa di settore vigente in materia di “inquinamento acustico”,  “edilizia”, “conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”, “beni culturali e paesaggio”, “ambiente”, “autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” e “promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili”. 

Risultano sottoposti ad indagini per tali reati tre persone quali rappresentanti legali e/o coamministratori delle società interessate dal provvedimento". (t.l.)

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