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"La diga di Campolattaro è sicura": ecco i documenti

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Per mettere fine ai botta e risposta tra la Provincia, l’Asea e il Comune di Benevento la Rocca dei Rettori con tanto di slide ha ricostruito nella sala consiliare la storia della Diga dalla sua nascita ad oggi. La Provincia di Benevento, Ente concessionario, e la Società Asea, ente gestore, hanno presentato i dati relativi alla sicurezza della Diga di Campolattaro di proprietà del Ministero delle Infrastrutture.

“Non ci interessa fare polemiche politiche sull’invaso. Noi, con i documenti ministeriali alla mano, diciamo – dichiara il vertice della Provincia Claudio Ricci - che la diga di Campolattaro è assolutamente sicura. Ci teniamo a dirlo a chiare lettere ai cittadini del Sannio.

“Siamo impegnati come Provincia e come Asea a mettere in esercizio l'invaso. Il problema ostativo è al momento la strada Senzamici di Morcone che avrebbe dovuto essere realizzata circa 30 anni fa  da un altro Ente: oggi però si può provvedere anche perché la spesa dovrebbe essere molto contenuta. Tre sono le destinazioni dell'impianto di Campolattaro originariamente ipotizzati: usi irrigui, usi civili ed usi industriali e noi, rispetto a questa lungimirante visione, abbiamo il dovere come classe dirigente di portare a compimento il programma.

La sfida è individuare l'utilizzo il più funzionale possibile della risorsa assegnataci in questi giorni dal Cipe per completare questo disegno».Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Asea Petriella che conferma la sicurezza dell’invaso e aggiunge: i siamo impegnati a completare il disegno progettuale per raggiungere la quota di massimo invaso e stiamo provvedendo al programma di rivalutazione sismica.

Il Consiglio d'Amministrazione ASEA ha già approvato il progetto preliminare tecnico della strada Senzamici e quello definitivo sarà pronto – penso di poterlo dire - entro aprile prossimo".  

 “Stiamo per arrivare alla capacità massima di riempimento della diga: noi - dichiara il responsabile della Diga Sèportelli - in periodo di siccità, d'estate, scarichiamo parte dell'acqua raccolta e dunque svolgiamo una funzione di tutela ambientale del reticolo idrografico sotteso all’impianto. Poi laminiamo le piene, cioé impediamo che le precipitazioni eccessive possano causare a valle problemi di massimo afflusso d'acqua. Inoltre la diga ospita già l’Oasi di Campolattaro. C'è un problema tuttavia per quanto riguarda la Diga ed è quello destinazione delle acque: noi dobbiamo provvedere al più presto ad utilizzare quest’acqua per gli usi civici presso tutte le abitazioni: infatti noi assistiamo ad un impoverimento graduale, anno per anno, del trasferimento delle risorse d'acqua per il territorio e i cittadini del beneventano da parte del Molise”.

Erano presenti i consiglieri provinciali Giovanni Campobasso, Renato Lombardi, Giuseppe Di Cerbo, Carmine Montella e Francesco Rubano; nonché alcuni Sindaci.

L'introduzione è stata svolta da Giovanni Cacciano, direttore della Asea, il quale ha preliminarmente precisato che la Regione Campania, per quanto concerne la Diga, ha il compito di rilasciare autorizzazione alle derivazioni ed è inoltre responsabile del Piano di Emergenza.

"La costruzione della Diga- sostiene Cacciano -  è cominciata nei primi anni Ottanta del secolo scorso; conclusi i lavori nel 1995, mentre era già stata soppressa la Cassa per il Mezzogiorno che l'aveva finanziata, dopo un periodo lungo di “interregno”, la Provincia di Benevento veniva individuata quale Ente concessionaria del grande invaso.

La Provincia ha provveduto in questi anni a mettere in sicurezza l'impianto in particolare nell'area della strada circumlacuale Morcone – Campolattaro, nonché ad avviare le opere necessarie per consentirne il riempimento.

La diga, infatti, è ancora oggi in esercizio sperimentale (come altre 90 dighe sparse per il Paese), perché questo è previsto dai protocolli tecnici. Sottoposta a riempimenti e svuotamenti a cicli temporali prestabiliti, la diga deve ancora toccare la quota di massimo invaso, cioé 381,45 metri sul livello del mare, per raccogliere di 125 milioni di metri cubi d'acqua pari a 109 milioni alla quota di massima regolazione.

Questo ciclo di riempimento è cominciato nel 2006: il 27 dicembre 2016 la Direzione Generale delle Dighe ha autorizzato, a 10 anni dunque dall'inizio dei ciclo di invasi sperimentali, il massimo riempimento in quanto, così afferma il Ministero, “non risulta allo stato condizionato da problemi di tenuta dello sbarramento”. Il grado sismicità è quello massimo previsto all'epoca della realizzazione e comunque la diga “non è attualmente condizionato da problemi di sicurezza e in particolare relativi al comportamento geotecnico delle opere e delle sponde”. Esiste, tuttavia, affinché il massimo riempimento si realizzi, il problema dell'interferenza della strada comunale Senzamici in Morcone: infatti, con il massimo riempimento l'acqua sommergerebbe tale arteria. Dunque occorre provvedere a realizzare una strada alternativa a servizio della comunità locale.

E' da segnalare che, in occasione dell'alluvione dell'ottobre 2015, quando vi furono eccezionali precipitazioni, la quota di massimo invaso al 19 ottobre era di 372,19 sul livello del mare, mentre il 20 ottobre era di 374,33 metri sul livello del mare. La diga ha lasciato defluire a valle 1.320.536 di metri cubi di acqua a partire dalle 21.30 del 19 sino alle 8.00 del 20 ottobre. Infine,  il Governo ha comunicato che, in rapporto alla dichiarazione dello stesso Ministero secondo la quale il vero problema della messa in esercizio della diga trova la sua ragion d'essere nella “assenza di opere di derivazione” (cioé la rete acquedottistica), ha stanziato la somma di 20 milioni di euro. Tale somma è tuttavia ritenuta non sufficiente dalla stessa Asea, che valuta il fabbisogno reale in 80 milioni di euro".

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